PORDENONE - L'ex centrale nucleare di Chernobyl è passata sotto il controllo di Mosca. Dopo gli scontri tra le forze armate ucraine e i soldati dell'esercito russo il sito (dove nel 1986 ci fu la disastrosa esplosione con la fuga radioattiva) è passato nelle mani delle truppe di Vladimir Putin. Gli scontri a ridosso della centrale ancora carica di veleni ha fatto temere il peggio: un eventuale attacco con colpi di granate o missili potrebbe di nuovo causare fuoriuscite di polveri radioattive? È la domanda che ha fatto tornare a tremare l'Europa intera. A proteggere il tristemente noto reattore 4 dell'ex centrale di Chernobyl vi è da qualche anno un maxi-scudo, realizzato con l'impiego di una cosa come venticinquemila tonnellate di acciaio, realizzato per buona parte a Pordenone. A costruire il gigantesco arco di acciaio è stato infatti la Cimolai spa nelle sue unità produttive pordenonesi.
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Chernobyl, maxi arco di acciaio
La mega-struttura è stata progettata per mettere in sicurezza il reattore durante il previsto smantellamento con demolizione. Il maxi-arco (che fu montato lontano dalla zona contaminata e poi fatto scorrere lungo dei binari per oltre trecento metri fino alla sede) venne installato a distanza per le operazioni di smontaggio senza la necessità dell'intervento umano. Nessun dipendente della società andò allora sul posto proprio per evitare i rischi legati alla presenza di materiale radioattivo. I lavori sono stati completati del 2016. Si tratta di una struttura in acciaio del peso di 25mila tonnellate, completamente rivestito e a completa tenuta contro le interperie: raggiunge i 105 metri di altezza, 150 metri di lunghezza e 257 di larghezza. Dimensioni pari a due volte e mezza quella della Torre Eiffel e sufficientemente alta per coprire la Statua della Libertà di New York. L'accordo era stato sottoscritto con il consorzio internazionale di imprese che ha progettato lo smantellamento dell'ex centrale nucleare. Il super-scudo - al momento della realizzazione e dell'installazione - doveva avere una garanzia di durata di cent'anni. Ma evidentemente nessuno immaginava che solo sei anni dopo attorno alla centrale di Chernobyl scoppiasse un conflitto.
Lo scudo al reattore di Chernobyl
Nel recente passato anche il mercato russo per la Cimolai è stato di primaria importnza. Proprio nel Paese dello zar Putin la Cimolai ha realizzato due stadi in occasione dei mondiali del 2018. Con la società mista - metà del Gruppo Cimolai, metà di una società partner russa - Jvk-C si è aggiudicato l'appalto per la costruzione delle innovative arene di Volgograd e di Ninzhny Novgorod che sono state ultimate nella primavera di quattro anni, giusto per il Mondiale. In questo momento - come hanno fatto sapere ieri fonti aziendali - la Cimolai non ha commesse né in Russia né in Ucraina. Ma come tutto il comparto della siderurgia e della metalmeccanica anche nella società pordenonese si guarda con preoccupazione a quelli che potrebbero essere gli sviluppi delle tensioni internazionali. In particolare rispetto a un ulteriore aumento delle materie prime e della possibilità che vi sia una contrazione della disponibilità di acciaio, del quale l'Ucraina è uno dei maggiori produttori.
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