Cesareo "dolce": boom di richieste al ​Punto Nascita dell'ospedale Santa Maria degli Angeli

Lunedì 20 Settembre 2021 di Alessandra Betto
Cesareo dolce: boom di richieste al Punto Nascita dell'ospedale Santa Maria degli Angeli

PORDENONE - Con 108 interventi il Punto Nascita dell'ospedale Santa Maria degli Angeli ha tagliato il traguardo dei tre anni di parto cesareo dolce.

La pratica, che comporta molti vantaggi per madre e figlio in quanto pone la famiglia, padre incluso, al centro dell'evento nascita, è il frutto di un percorso di formazione e sensibilizzazione specifico che ha riguardato tutti gli operatori del reparto. Dal 2018 a oggi la richiesta di taglio cesareo dolce è cresciuta del 90%: lo scorso anno un cesareo su cinque è stato realizzato con la nuova modalità e il 2021 sembra confermare il trend.


IL BILANCIO

Nel 2020 il Punto Nascita del Santa Maria degli Angeli ha registrato 1.172 parti ossia l'1,4 per cento in più rispetto l'anno precedente (1.156). L'età media delle partorienti è di 32 anni (35,7%) e la maggior parte compresa nella classe di età 30-39 anni (61,1%). Il 47,1% è al primo parto, il 37% è al secondo mentre il 15,9% ha già avuto due o più parti. Se il ricorso all'intervento al cesareo tradizionale si è ridotto, passando da 296 casi del 2019 a 276 dello scorso anno (-6,8%), è cresciuto invece il ricorso a quello dolce: dai 29 casi del 2019 (9.8%) ai 55 del 2020 (19,9%). Il 2021 promette bene: 24 cesarei dolci su 127 (al 31 maggio).


I GENITORI

Il taglio cesareo dolce, quando è possibile eseguirlo, offre a entrambi i genitori la possibilità di assistere alla nascita del figlio, in quanto il papà viene ammesso in sala operatoria: i genitori possono vedere il proprio bambino nascere, partecipando in maniera attiva, utilizzando interamente tutti i sensi e ponendo un imprinting nella memoria più stabile e duraturo. Il neonato, invece, estratto lentamente dall'utero materno per avere la possibilità di adattarsi gradualmente alla vita extrauterina, se possibile viene subito adagiato sul torace della madre dove trova maggiori calore e conforto. Al termine dell'intervento madre, padre e neonato vengono trasferiti nella zona di osservazione senza interrompere il contatto pelle a pelle: la prima ora di vita extrauterina è un tempo speciale, il neonato incontra i propri genitori e si crea il nucleo familiare.


I BAMBINI

«I bambini sono sacri e vanno rispettati, la mamma ha diritto a un'esperienza positiva e i papà non devono stare in panchina, ma partecipare al gioco di squadra che è quello di fare una nuova famiglia spiega Maria Maddalena Casarotto, responsabile della struttura di Degenza ostetrica, blocco parto e gravidanza a rischio che fa capo alla struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia diretta dal primario Francesco Pirrone per questi motivi siamo particolarmente attenti a ogni singolo passaggio: tutto ciò che accade alla nascita ha la potenzialità di influenzare i processi alla base del pensiero subconscio e del comportamento, con ripercussioni nel corso della vita, una sorta di memoria inconscia del neonato».


I BENEFICI

Per poter applicare questa procedura le équipe chirurgica, ostetrica, anestesiologica e neonatologica devono lavorare all'unisono, in modo da garantire la sicurezza della mamma e del bambino, tutelando la delicatezza del momento. Un impegno non da poco: «In linea generale, le donne che partoriscono con taglio cesareo tradizionale hanno le medesime probabilità di continuare ad allattare rispetto a quante affrontano un parto vaginale, a condizione però che ricevano un sostegno utile ad avviare l'allattamento precoce continua la specialista ciò spiega come una maggiore attenzione alle necessità della partoriente possa generare benefici a breve, medio e lungo termine. Inoltre, il contatto precoce tra madre e figlio favorisce la percezione del neonato, aumenta il grado di soddisfazione materna e, per quanto riguarda l'allattamento, migliora i risultati in termini di esclusività e durata. Il taglio cesareo dolce inoltre riduce il malessere psicologico post intervento chirurgico». 

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