Cassa integrazione, boom di ore nel terziario: commercio il più colpito

Domenica 27 Giugno 2021 di Davide Lisetto
Cassa integrazione, boom di ore nel commercio

FRIULI  - Nello scorso mese di maggio la cassa integrazione in Friuli Venezia Giulia ha visto una nuova impennata nel comparto del terziario, in particolare nel commercio e nel turismo.

Mentre l’utilizzo degli ammortizzatori e diminuito nell’industria e nell’edilizia. Se in questi ultimi due ambiti, infatti, le ore di cassa utilizzate sono state poco più di 337 mila, nell’ambito del commercio e turismo le ore utilizzate hanno superato i 2 milioni e 700 mila. Un quadro che, viste le caratteristiche del tessuto produttivo, vede il Friuli occidentale più al riparo dalla crisi rispetto ad altre aree territoriali regionali. Essendo la provincia quella più manifatturiero-industriale (il comparto che nell’ultimo anno ha tirato di più) e con una minore vocazione turistica in questo momento sta soffrendo di meno. Anche se non mancano le situazioni di imprese legate al commercio e al servizio in pesante difficoltà. E non manchi nemmeno la preoccupazione per lo stop al divieto di licenziare che - se confermato - potrebbe portare a vertenze con almeno quattromila posti a rischio in tutti i settori, compreso quello industriale.


I NUMERI
Più della metà delle oltre 25 milioni di ore di ammortizzatori autorizzate dall’Inps in Fvg tra gennaio e maggio sono assorbite da aziende del commercio e del terziario. A rilevarlo la sindacalista pordenonese Susanna Pellegrini, responsabile delle Politiche del lavoro della Cgil regionale, sulla base dell’aggiornamento dei dati Inps sulle richieste di cassa integrazione e fondi di integrazione utilizzati in particolare dalle cooperative. «Se da un lato si evidenzia un atteso calo nelle richieste, conseguenza del primo mese caratterizzato a un forte allentamento delle restrizioni, dall’altro le domande di ore da parte delle aziende restano su volumi piuttosto elevati, con poco più di 3 milioni di ore autorizzate nel mese di maggio», rileva Pellegrini. E di quei tre milioni, equamente ripartiti tra cassa integrazione e Fis, ben 2,7 milioni fanno riferimento al terziario, che nei primi cinque mesi del 2021 ha raggiunto i 14,5 milioni di ore autorizzate di ammortizzatori, pari al 57% dei 25,6 milioni complessivamente autorizzati dall’Inps Fvg in tutti i settori produttivi.


RAFFRONTO CON IL 2020
Il manifatturiero, che nel 2020 aveva presentato richieste per quasi 58 milioni di ore, con una quota superiore al 60%, quest’anno si attesta invece poco al di sopra del 40%, con 11 milioni di ore, «a conferma - sottolinea ancora la sindacalista - che l’impatto della crisi sull’industria e sulle costruzioni, soprattutto quest’anno, è minore». Ed è proprio questa situazione che fa di Pordenone la provincia meno in difficoltà degli altri territori regionali.
Il sindacato però continua a rivendicare l’esigenza di una copertura generalizzata in termini di ammortizzatori e blocco dei licenziamenti, i temi che sono stati al centro anche della mobilitazione nazionale di ieri. Una delegazione di Cgil, Cisl e Uil del Fvg ha partecipato alla manifestazione di Torino. «Se è vero che il terziario sta patendo maggiormente gli effetti della pandemia – conclude Pellegrini – l’estensione del blocco e degli ammortizzatori andrebbe garantita a tutti i settori, perché stiamo attraversando una fase estremamente delicata e molti sono i fattori che possono condizionare o rinviare la ripresa, dall’impatto delle varianti alle tensioni sul fronte delle forniture di materie prime e componenti».

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