FRIULI - Nello scorso mese di maggio la cassa integrazione in Friuli Venezia Giulia ha visto una nuova impennata nel comparto del terziario, in particolare nel commercio e nel turismo.
I NUMERI
Più della metà delle oltre 25 milioni di ore di ammortizzatori autorizzate dall’Inps in Fvg tra gennaio e maggio sono assorbite da aziende del commercio e del terziario. A rilevarlo la sindacalista pordenonese Susanna Pellegrini, responsabile delle Politiche del lavoro della Cgil regionale, sulla base dell’aggiornamento dei dati Inps sulle richieste di cassa integrazione e fondi di integrazione utilizzati in particolare dalle cooperative. «Se da un lato si evidenzia un atteso calo nelle richieste, conseguenza del primo mese caratterizzato a un forte allentamento delle restrizioni, dall’altro le domande di ore da parte delle aziende restano su volumi piuttosto elevati, con poco più di 3 milioni di ore autorizzate nel mese di maggio», rileva Pellegrini. E di quei tre milioni, equamente ripartiti tra cassa integrazione e Fis, ben 2,7 milioni fanno riferimento al terziario, che nei primi cinque mesi del 2021 ha raggiunto i 14,5 milioni di ore autorizzate di ammortizzatori, pari al 57% dei 25,6 milioni complessivamente autorizzati dall’Inps Fvg in tutti i settori produttivi.
RAFFRONTO CON IL 2020
Il manifatturiero, che nel 2020 aveva presentato richieste per quasi 58 milioni di ore, con una quota superiore al 60%, quest’anno si attesta invece poco al di sopra del 40%, con 11 milioni di ore, «a conferma - sottolinea ancora la sindacalista - che l’impatto della crisi sull’industria e sulle costruzioni, soprattutto quest’anno, è minore». Ed è proprio questa situazione che fa di Pordenone la provincia meno in difficoltà degli altri territori regionali.
Il sindacato però continua a rivendicare l’esigenza di una copertura generalizzata in termini di ammortizzatori e blocco dei licenziamenti, i temi che sono stati al centro anche della mobilitazione nazionale di ieri. Una delegazione di Cgil, Cisl e Uil del Fvg ha partecipato alla manifestazione di Torino. «Se è vero che il terziario sta patendo maggiormente gli effetti della pandemia – conclude Pellegrini – l’estensione del blocco e degli ammortizzatori andrebbe garantita a tutti i settori, perché stiamo attraversando una fase estremamente delicata e molti sono i fattori che possono condizionare o rinviare la ripresa, dall’impatto delle varianti alle tensioni sul fronte delle forniture di materie prime e componenti».