Pordenone, c'è il dj, le casette al freddo. Clienti contrari al protocollo per i grandi eventi

Giovedì 8 Dicembre 2022 di M.A.
Pordenone, martedì polemiche per casette al freddo

PORDENONE - È come il proverbiale cane che si morde la coda: quando c'è più gente ci sarebbe bisogno di servizi migliori, ma allo stesso tempo, sempre quando c'è più gente, aumentano anche i rischi connessi ad alcuni di questi servizi. Eccola servita, la prima polemica legata alle casette di Natale di piazza XX Settembre a Pordenone. Stavolta il problema riguarda il freddo. Siamo in dicembre, è tutto normale si potrà pensare. Ma in realtà la discussione riguarda un aspetto in particolare: l'area dei festeggiamenti più importante della città, infatti, sarebbe dotata di numerosi funghi riscaldanti.

Il problema è che spesso sono spenti.


COSA SUCCEDE
L'organizzazione era studiata: il freddo si doveva combattere con i funghi. Un grande classico. Ma gli avventori che martedì sera hanno scelto le casette di Natale per godersi un bicchiere di vino oppure una delle pietanze proposte dai gestori, hanno trovato una brutta sorpresa: tutti i dispositivi installati per riscaldare la clientela attorno ai tavoli erano spenti. E sul web, come spesso accade, sono fioccate le proteste. Da una domanda che era finalizzata a capire il motivo dello spegnimento dei funghi, infatti, si è riusciti anche a risalire alle cause del fatto: il riscaldamento non è infatti previsto quando ci sono eventi in grado di attirare più persone del solito. Ed è una prescrizione ispirata alla massima sicurezza. Fa tutto parte di un protocollo che è stato siglato in Prefettura e che prevede tra le altre cose anche una serie di limitazioni per quanto riguarda i contenitori di vetro e gli alcolici. La norma, nel dettaglio, prevede che nel caso di manifestazioni con un ampio afflusso di pubblico siano spenti anche i funghi riscaldanti.


I DETTAGLI
A molti avventori la decisione è sembrata un'assurdità, ma in realtà il fondamento è solito. Con una presenza maggiore di pubblico in uno spazio limitato come quello delle casette di Natale, infatti, ogni dettaglio dev'essere curato al massimo. E i funghi riscaldanti, che funzionano grazie alle bombole di gas nascoste nella loro pancia, rappresentano un potenziale rischio che aumenta di molto in caso di sovraffollamento. «Ma la serata di martedì - hanno fatto notare alcuni clienti delle casette di piazza XX Settembre - non presentava una presenza così alta di persone». Non conta, perché come spiega Andrea Malacart di Sviluppo e Territorio, tutto ruota attorno a tre scenari di rischio. E la scala è naturalmente progressiva. «Si parte - spiega - da quello che chiameremo lo scenario zero. Si tratta delle serate normali, durante le quali non sono previsti eventi. In quel caso i divieti sono ridotti al minimo: restano in vigore le norme sulla safety e la security, previste per tutte le manifestazioni pubbliche. Poi arriviamo allo scenario numero uno, che comprende ad esempio le serate con l'animazione e il dj set». Ed eccoci a martedì sera. Sì, perché sul palco delle casette c'era effettivamente un dj, e allora si ricade nella tipologia del pubblico spettacolo. «In quei casi i riscaldatori possono rimanere in sede perché dotati di basamento in cemento - fa notare sempre Andrea Malacart -, ma devono obbligatoriamente rimanere spenti». Si chiude infine con lo scenario di tipo due, il più limitato. Riguarderà però solamente la serata del 31 dicembre, quando in occasione del veglione di San Silvestro scatteranno ulteriori divieti dettati dalla sicurezza.

Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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