Amore in punta di piedi: così Marcello il calzolaio ha sposato la cliente più esigente

Domenica 7 Marzo 2021 di Daniela Pillon
Marcello Salerno con la moglie Vojsava
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SACILE - La storia di Marcello e di Vojsava, campano lui, di origine albanese lei, ma da anni sacilesi di adozione, nonché piccoli imprenditori che, in via Colombo, gestiscono un laboratorio dove si riparano e si realizzano calzature e articoli in pelle, è davvero singolare.

L'ARRIVO A SACILE Marcello Salerno, 45 anni, campano di origine, a Sacile arriva verso la fine degli anni '90 per trascorrere un breve periodo di vacanza, ma poi decide di accettare un lavoro presso un mobilificio della zona.

Il suo sogno, però, è quello di aprire un laboratorio tutto suo: da ragazzo trascorreva molto tempo nel negozio di un artigiano del suo quartiere che riparava e realizzava calzature. Affascinato dalla sua abilità, aveva iniziato poco più che bambino, a dargli una mano nel tempo libero. Dopo alcuni anni trascorsi in fabbrica, per Marcello arriva il momento di realizzare il suo sogno: aprire un negozio di calzolaio e lo fa rilevando un laboratorio in via Colombo. Così, nel 2003, diciotto anni fa, si ritrova davanti al bancone del suo negozio dove un numero crescente di clienti giungono con le loro scarpe o altri articoli in pelle da riparare.

LA CLIENTE DIVENTA MOGLIE Alla moda dell'usa e getta, a poco a poco si sostituisce sempre più la pratica del riutlizzo. «Non tanto per risparmiare quanto per l'affermarsi di una maggiore sensibilità che spinge le persone alla scelta del riciclo e della riparazione», spiega Marcello. Tra i suoi primi clienti, anche Vojsava, una giovane albanese da alcuni anni in Italia. È la più esigente e ha sempre da ridire e da suggerire consigli per l'esecuzione di riparazioni impeccabili. Anche Vojsava, fin da bambina, era affascinata dal lavoro del calzolaio tanto da trascorrere molte ore, nel tempo libero, nel negozio di un artigiano del suo paese. Tanta era la passione che, ogni sabato pomeriggio, finita la scuola, si presentava puntualmente nel negozio per lucidare le scarpe che l'artigiano doveva riconsegnare ai clienti. Di quell'attività le piaceva tutto: dal profumo della colla alla perizia con cui lartigiano batteva i chiodini sui tacchi. Lei non perdeva una virgola e, a poco a poco, imparava i segreti di un mestiere antico che sognava diventasse anche il suo. Il vecchio calzolaio, stupito da questa insolita passione, la prendeva bonariamente in giro: tu sarai felice, le diceva, solo se sposi un calzolaio. Mai profezia fu più azzeccata. Giunta in Italia alla fine degli anni '90 per raggiungere i fratelli, Vojsava ha lavorato un po' come baby sitter e poi come operaia e impiegata. Dell'Italia le piaceva tutto e voleva restarci, integrarsi e mettere su famiglia. Ha grinta e tanta voglia di lavorare e, soprattutto, non ha messo nel cassetto il suo sogno di bambina : fare la calzolaia. Inevitabile che tra Marcello e Vojsava scoppiasse l'amore, tra tacchi, e l' acre profumo di cuoio e di colla. Naturale anche che, già da quindici anni, questa coppia oltre che dall'amore sia unita anche da un rapporto di lavoro. Insieme, con il loro grembiule di cuoio, trascorrono le loro giornate come colleghi nel laboratorio.

IL MUTUO «Per acquistare il negozio spiega Marcello abbiamo richiesto un mutuo. Le cose sono andate abbastanza bene tanto che alcuni anni fa, avevamo aperto una filiale anche a Brugnera spostata, successivamente a Cordignano. La nascita di nostro figlio, dopo nove anni di attesa, ci ha convinti però a ridimensionare le nostre aspirazioni e a tenere aperto solo quella di Sacile per seguire meglio il nostro bambino. Poche settimane dopo questa decisione è iniziata la pandemia e, francamente, è stata una fortuna aver chiuso per tempo. Un deciso calo del lavoro, di almeno il 45 /50 per cento a causa della situazione, avrebbe messo seriamente in pericolo la tenuta della nostra attività. Così, seppur con fatica, cerchiamo di far fronte agli impegni». Ristori? «Solo seicento euro», spiega Vojsava che in quest'ultimo anno si è trovata anche un altro lavoro per far fronte agli impegni. Ma non ha abbandonato la sua passione e, appena ha un momento libero, eccola davanti alla macchina da cucire a completare le riparazione di calzature o a realizzare cinture, borse, gadget in cuoio, sandali tempestati di strass allo stile caprese o robusti scarponi da montagna. I clienti, seppur diminuiti a causa del Covid, non mancano con le loro richieste. Ormai cittadina italiana da anni, non sente nostalgia per la sua terra e si esprime in un italiano perfetto con congiuntivi impeccabili. Con Marcello coltiva un altro sogno: trasmettere la loro passione anche al figlio. Insomma, c'è chi la vita la prende di punta e chi di tacco. 

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