Ai giovani laureati piace di più il lavoro dipendente. In Friuli Venezia Giulia partite iva in calo del 24%

Venerdì 27 Gennaio 2023
In Friuli Venezia Giulia le partite Iva calano del 24%. Ai giovani laureati piace di più il lavoro dipendente

Cresce il lavoro dipendente, calano le partite Iva. Probabilmente non è neppure questa la causa, ma resta il fatto che a fronte della crescita lo scorso anno delle assunzioni a tempo indeterminato, le aperture di partite Iva sono calate. In Friuli Venezia Giulia, infatti, nei primi nove mesi del 2022, il numero di aperture di partite Iva è diminuito del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche in questo a caso a segnalarlo l’indagine dell’Ires Fvg. L’area giuliana è stata l’unica a mostrare un incremento (+8%), mentre a livello nazionale la variazione è stata pari a -7,7%. Il calo si è concentrato nella provincia di Gorizia (-72%), che nel 2021 aveva registrato un anomalo incremento di aperture da parte di soggetti non residenti operanti nel commercio online. Un fenomeno simile si era manifestato anche nelle province di Milano e Treviso, rispecchiando probabilmente la localizzazione delle società specializzate che agiscono come rappresentanti fiscali dei soggetti non residenti, occupandosi degli adempimenti in materia di imposta sul valore aggiunto. 


Non a caso le diminuzioni di maggiore entità nel 2022 si sono riscontrate proprio a Milano (-11.042 aperture), a Treviso (-7.341) e appunto a Gorizia (-1.958). A livello nazionale (il dato non è disponibile su base regionale), sempre nei primi nove mesi del 2022, oltre 200.000 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari a poco meno della metà del totale delle nuove aperture. 
È stato quindi il commercio, seppure legato prevalentemente a quello online, il settore con il maggior numero di aperture, seguito dall’edilizia (dato legato probabilmente all’introduzione degli incentivi). Una dinamica positiva si registra poi anche per le attività immobiliari, mentre rimane al di sotto dei livelli pre-pandemia il settore riguardante alberghi, bar e ristoranti.
Nel dettaglio, la fascia di età principale tra chi ha aperto partita Iva è quella dei 36-50 anni; si tratta inoltre per il 62% di uomini anche se il 2021, in termini di crescita percentuale, ha visto più accentuata la componente femminile (+15,5%) rispetto a quella maschile (+11%). 
Torna infine a crescere la quota di aperture effettuata dagli under 35; un trend già in risalita negli ultimi anni dopo il drastico calo registratosi tra il 2015-2016, raggiungendo il 47,4% del totale nel 2021. Come ricordato è stato il commercio il settore più attivo in cui si è aperto il maggior numero di partite Iva con oltre 7 mila, mentre subito dietro ci sono le attività professionali scientifiche e tecniche, bene anche le costruzioni e le attività di alloggio e costruzioni anche se in deciso calo rispetto all’anno precedente. In un altro studio effettuato da Fondazione Nordest, oltre ovviamente alla conferma del calo delle partite Iva, si segnalava anche un altro fatto importante: i giovani laureati (anche i friulani) sono molto più interessati al lavoro dipendente. La scelta tra lavoro autonomo e lavoro dipendente è influenzata da diversi fattori: incidono le norme giuridiche e fiscali adottate dai diversi Paesi, le culture del lavoro, ma anche alcune condizioni legate alla famiglia (la presenza tra i genitori di un lavoratore autonomo aumenta la probabilità che il figlio scelga il lavoro autonomo).Confrontando i due ambiti è, quindi, possibile affermare che i giovani laureati italiani “preferiscano” il lavoro dipendente.

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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