Cinghiali, la caccia sfoltisce il branco. Abbattuti quasi 5mila animali l'anno

Mercoledì 8 Febbraio 2023 di Loris Del Frate
Cinghiali, la caccia sfoltisce il branco Abbattuti quasi 5mila animali l'anno

Ce ne sono ancora tanti e i danni all'agricoltura continuano, anche se in questo periodo, non essendoci gran che di coltivato, le preoccupazioni sono decisamente minori. Resta il fatto che i cinghiali sono ancora spauracchi per l'agricoltura del Friuli Venezia Giulia nonostante la Regione, con l'assessore Stefano Zannier, abbia fatto veramente di tutto per limitare i danni.

E il numero. La questione è che i cinghiali si riproducono velocemente.


I NUMERI
C'è un censimento, fatto sempre dalla Regione, che indica in linea di massima un numero di presenze sul territorio regionale. Ebbene, dalle indicazioni sembra che i cinghiali presunti in Friuli Venezia Giulia siano più o meno intorno ai 5 mila. Forse qualche capo in meno. Pedemontana Pordenonese, collinare friulana, zona del Collio goriziano e area del basso Carso triestino sono le zone in cui prolificano i numeri maggiori. Si tratta, comunque, di animali che si muovono in gruppi numerosi e le femmine fanno anche 7 - 10 piccoli alla volta.


LE RICHIESTE
In più occasioni le associazioni di categoria degli agricoltori, Coldiretti in particolare, si erano spese nei confronti della Regione per ottenere abbattimenti più numerosi rispetto a quelli che effettivamente si poteva realizzare. A questo proposito erano state chieste sostanzialmente due cose oltre alla caccia normale: la possibilità che i proprietari dei fondi agricoli dove c'era presenza massiccia di animali potessero abbatterli se in possesso della licenza di caccia, oppure potessero rivolgersi ad altri cacciatori. La seconda richiesta era quella di operare la caccia di selezione in modo da ridurre i capi, anche perchè, sino a qualche anno fa il numero dei cinghiali, soprattutto in provincia di Pordenone rischiava di finire fuori controllo. A questo si dovevano aggiungere anche due seri problemi: i danni causati dagli animali alle colture con richieste di risarcimenti elevate e i danni causati con l'attraversamento delle strade e gli incidenti conseguenti. In questo caso, oltre all'auto danneggiata visto che finire addosso a un bestione di 100 chili non è certo una passeggiata di salute, c'erano pure seri problemi per l'incolumità del guidatore e di chi eventualmente viaggiava all'interno dell'auto. Quattro anni fa, sempre in provincia di Pordenone, si è anche registrato un incidente mortale.


LA CACCIA
Oggi ci sono almeno tre possibilità di abbattere i cinghiali e il numero decisamente minore rispetto agli anni scorsi, dimostra che la cosa sta funzionando. C'è la caccia tradizionale al cinghiale che si svolge nell'arco temporale compreso tra il primo settembre e il 31 dicembre per un periodo di massimo 90 giorni a scelta del distretto venatorio e si effettua un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto. C'è poi il prelievo di selezione del cinghiale che è stato individuato per dare la prima sfoltita ai grandi numeri che del passato. Per quanto riguarda il 2023, si svolgerà dal primo aprile al 14 maggio, ogni giorno della settimana, esclusi il martedì e il venerdì, dalle 4 di mattina alle 24, nei confronti di tutte le classi di sesso e di età ad esclusione della femmina che abbia i cuccioli. Infine c'è l'abbattimento di selezione al cinghiale per tutte le classi di sesso ed età e si apre il 15 maggio e si chiude il 15 gennaio. Per quanto riguarda la femmina con piccolo il periodo è più ristretto: 1 ottobre - 15 novembre. È possibile andare a caccia due ore prima del sorgere del sole fino a quattro ore dopo il tramonto (come previsto dalla legge regionale). La caccia di selezione viene esercitata da cacciatori abilitati e specificatamente formati.


GLI ABBATTIMENTI
I risultati degli abbattimenti indicano che l'apertura della caccia al cinghiale così larga sta dando risultati sullo sfoltimento in regione. C'è da dire che i dati dei prelievi della stagione appena conclusa (2022/23) saranno disponibili solo ad aprile. Ci sono, però, i dati degli abbattimenti della annata venatoria precedente (2021/22). Ebbene, i cinghiali abbattuti sono stati quasi 5 mila. Per l'esattezza poco più di 4800 cinghiali a fronte di un censimento di circa 4.700 cinghiali rimasti.


CHE FINE FANNO
Sono in molti a chiedersi che fine fanno i cinghiali abbattuti. Ebbene, c'è da fare un distinguo. Se ad abbattere un animale è un cacciatore normale, nel senso che non ha fatto i corsi specifici, la carcassa se la può portare a casa, macellare e utilizzare la carne per la famiglia o al massimo per la cena con gli amici. Vietato, invece, venderlo. Discorso diverso se il cacciatore è formato, ossia ha effettuato gli appositi corsi specializzati. In questo caso il cinghiale lo può vendere a ristoranti o per la macellazione di salami e salsicce, anche se prima deve essere effettuata una visita da un veterinario abilitato e devono essere rilasciate le abilitazioni dall'igiene pubblica per la vendita aperta. Il guadagno per il cacciatore? La carne di cinghiale selvatico vale dagli 6 ai 9 euro al chilo.

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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