Bus, fuga degli autisti: trasporti in ginocchio. Le aziende si fanno concorrenza per tappare i buchi

Lunedì 6 Febbraio 2023 di Loris Del Frate
Bus, fuga degli autisti: trasporti in ginocchio. Le aziende si fanno concorrenza per tappare i buchi

Turni pesantissimi, anche 15 ore di presenza al giorno sul bus anche se poi alla guida effettive sono sette, ma l’arco della giornata occupata è quello, lo stress del traffico sempre più invasivo, la paura di fare danni al mezzo perchè una parte sono a carico dell’autista e ultimo, ma non certo per importanza, una paga decisamente bassa rispetto all’impegno messo in campo che sempre più spesso allontana dalla famiglia e dagli amici.

Questa è la fotografia degli autisti del trasporto pubblico, urbano ed extraurbano delle aziende regionali, l’Atap a Pordenone arriva Udine Spa nel capoluogo del Friuli.


IL PERSONALE
È il primo problema. Una volta guidare un bus del servizio pubblico era considerato un lavoro di lusso, uno dei quei posti fissi a cui molti ambivano. Oggi è quasi una tortura, almeno a sentire gran parte dei dipendenti. Non a caso nelle due aziende di Pordenone e Udine in due anni se ne sono andati volontariamente una trentina di autisti. Prima della pensione. E qui scatta il problema: non ci sono sostituti. «La situazione di Udine è in costante peggioramento - spiega Nicola Lauzzana della Fit Cgil - perchè la carenza di personale oramai è talmente massiccia che costringe quasi ogni giorno a sospendere corse, tagliarne altre e di fatto è impossibile pianificare i permessi per gli autisti, così come ci sono difficoltà a fruire pure delle ferie». «All’Atap - spiega invece Cristian Danelon - la situazione è forse ancora peggiore. Da noi c’è materialmente l’impossibilità a comporre tutte le linee e in più, proprio a fronte della mancanza di personale, gli autisti vengono chiamati ripetutamente per un cambio turno, un cambio di linea. E questo accade anche quando sono in riposo a casa. Uno degli ultimi casi che è stato segnalato - spiega - è quello di un avviso che il turno era modificato, 20 minuti prima di salire al posto di guida. Credo che una situazione del genere sia improponibile».


I NUMERI
E qui viene il bello. O il brutto visto che le cose non sono certo positive. Ebbene, restando all’Atap di Pordenone gli autisti che mancano sono una ventina. «Anche se - spiega Danelon - non sempre si possono fare i conti correttamente, perchè una parte viene presa dalla Sti, una società utilizzata praticamente in subaffitto per pescare gli autisti quando mancano quelli Atap. Ma non ce ne sono neppure li. Un po’ come il cane che si morde la coda». Ancora peggio, se possibile, la situazione ad Arriva Udine Spa. «Da noi, senza voler esagerare - racconta Lauzzana - la carenza di organico sfiora i 40 autisti. Non a caso, come ho già detto, oltre alle corse tagliate oramai quotidianamente, ci sono da registrare i ritardi su tempi di percorrenza e anche l’impossibilità a fruire dei permessi».


I SOLDI
E se una volta fare l’autista di mezzi pubblici era redditizio, oggi non lo è più rispetto all’arco di impegno. «Gli stipendi, infatti, non sono certo paragonabili alla vita stressante e quasi sempre vissuta fuori da casa - spiega ancora Lauzzana dell Fit - senza pesare che se da un lato è vero che si sta alla guida sette ore, è altrettanto vero che ci sono giornate in cui l’arco di lavoro complessivo, come detto, arriva a 15 ore. In più per Arriva c’è una grossa ombra che sta venendo avanti e che rischia di pesare parecchio sullo stipendio. Noi, infatti, abbiamo un integrativo legato alla flessibilità aziendale e legato al premio aziendale che ovviamente si ricava dal bilancio della società. È un integrativo che vale circa un 10 - 20 per cento dello stipendio. Ebbene, la società a fronte dei rossi di bilancio legati agli anni della pandemia ci ha già comunicato che il premio verrà tagliato almeno del 50 per cento. Questo significa che avremo uno stipendio decisamente più leggero a fronte di un arco di impegno superiore. È chiaro che così non è possibile andare avanti».


LE SOLUZIONI
Non ci sono in questo momento grandi possibilità di dare una sferzata a situazioni che si presentano decisamente complicate. «Assunzioni - dice Cristian Danelon - non ci sono altre possibilità. È vero che ci sono pochi autisti in giro, ma è altrettanto vero che le altre aziende con incentivi, più soldi, lavoro in un ambiente più sereno, stanno meglio di noi. Dovremo fare così».
 

Ultimo aggiornamento: 13:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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