Il clima di certo quest’anno non ha dato una mano.
IL NODO
Il tema è venuto a galla durante l’ultima assemblea del Consorzio di bonifica Cellina-Meduna. Sul tavolo c’erano tanti argomenti: dal rischio siccità per l’estate al rischio idrogeologico. Ma hanno trovato spazio anche le rogge, che nel tessuto idrografico minore del Friuli Venezia Giulia rivestono un’importanza cruciale. In particolare, i sindaci che hanno partecipato all’assemblea del Consorzio Cellina-Meduna, hanno fatto venire a galla una situazione surreale: anche solo per procedere allo sfalcio dell’erba alta negli alvei delle rogge, infatti, si finisce per essere soffocati dalle procedure burocratiche. E il rischio è quello che i lavori rimangano bloccati anche per diversi mesi, vista la complessità delle procedure previste. A sollevare il caso, in particolare, è stato il sindaco di San Vito al Tagliamento, Alberto Bernava.
«Si tratta di una situazione imbarazzante - ha tuonato Bernava - perché da un lato abbiamo i cittadini che protestano e dall’altro una gabbia burocratica che attanaglia i sindaci».
IL PROBLEMA
Il nodo, nel dettaglio, è quello della “Via”, cioè della valutazione d’impatto ambientale. Ma serve anche per tagliare l’erba? Sì, lo prevede una legge della Regione Friuli Venezia Giulia. In cosa consiste, nello specifico, questa valutazione d’impatto ambientale? «In una procedura che blocca tutto - spiega sempre il sindaco di San Vito al Tagliamento, Alberto Bernava -: si devono produrre analisi geologiche e chimiche, la parte autorizzativa finisce in stallo».
Così come in stallo, attualmente, ci sono ben sei milioni di euro di fondi regionali stanziati proprio per garantire la manutenzione delle rogge e dei piccoli corsi d’acqua. Una situazione del tutto paradossale, che ha portato la maggior parte dei sindaci presenti all’assemblea del Consorzio Cellina-Meduna a chiedere a gran voce alla Regione una pronta revisione della materia, al fine di rendere più semplice una procedura che oggi porta al congelamento di fatto di un sacco di soldi altrimenti spendibili.
«E non è solamente un problema di lamentele e di fondi fermi - ha concluso sempre il sindaco di San Vito Bernava - perché la vegetazione impedisce anche il corretto deflusso dell’acqua, con il rischio di esondazioni e di allagamenti nel cuore dei paesi».
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