Burocrazia killer, ecco quanto costano carte e procedure nei Comuni. Il focus sul Friuli

Martedì 21 Giugno 2022 di M. A.
Burocrazia

Ad essere più penalizzato, è il Meridione.

Ma anche all’estremo lembo di Nordest non c’è da sorridere. Anzi, la nostra regione si posiziona tra le peggiori del Settentrione in questa speciale classifica. E i danneggiati dalla situazione sono due: i Comuni e i cittadini. La burocrazia, infatti, soffoca gli uni e gli altri. Lo fa sommergendoli di carte, autorizzazioni, procedure eterne. E infine di costi, che ieri la Cgia di Mestre ha messo nero su bianco a valle di una ricerca condotta sul campo. Ne esce un quadro lancinante, che fa capire come in Friuli (ad esempio) se ne vada ogni anno il 30 per cento della spesa corrente degli Enti pubblici solo per adempiere agli obblighi che a suo tempo ha dato il legislatore. E sono centinaia di milioni di euro ogni dodici mesi. 


IL PROBLEMA


La burocrazia soffoca anche i Comuni. Tuttavia, a pagare il conto più salato sono i cittadini che devono sostenere un costo aggiuntivo pro capite pari a 251 euro all’anno, che, in termini complessivi, sfiora i 14,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, la spesa annuale supera i 400 milioni di euro, posizionandosi a quota 420 milioni. Infatti, per poter ottemperare agli adempimenti richiesti dal legislatore e alle disposizioni/procedure fissate dai ministeri, è necessario utilizzare molto personale e impegnare tanto tempo che, invece, potrebbero essere investiti più proficuamente per erogare ulteriori servizi, in particolar modo a cittadini e imprese.


LA MAPPA


Sebbene negli ultimi anni l’incidenza delle spese per i servizi generali, amministrativi e di gestione sulla spesa corrente sia leggermente in calo, nel 2020 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), si è attestata al 27 per cento (-1,1 per cento rispetto al 2016). Per i 7.900 Comuni presenti nel Paese, questa incidenza presenta un costo annuo, in termini complessivi, pari a 14,5 miliardi di euro. Come dicevamo più sopra, a fronte di una media generale pari a 251 euro procapite, le amministrazioni comunali più piccole (fino a 5 mila abitanti) registrano il costo più elevato (344 euro procapite): seguono i municipi con oltre 60 mila abitanti (259 euro) e quelli con classi demografiche intermedie (238 euro per i Comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti, 212 euro per quelli fra i 10 e i 20 mila abitanti e, infine, 208 euro per le amministrazioni fra i 20 e i 60 mila abitanti).
Al netto della situazione presente in Valle d’Aosta (incidenza della spesa servizi generali-amministrativi su spesa corrente totale del 41,8 per cento, per un costo totale pari a 97 milioni), a livello territoriale a soffrire maggiormente il peso dell’oppressione burocratica sono le realtà amministrative ubicate nelle regioni del Mezzogiorno. Basilicata con il 34,6 per cento (pari a un costo totale annuo di 152 milioni di euro), Molise con il 34,5 per cento (93 milioni di euro), Sicilia con il 33 per cento (973 milioni di euro) e la Calabria con il 32,8 per cento (513 milioni di euro) registrano le situazioni più critiche. Le regioni meno investite da queste criticità, invece, sono la Puglia con una incidenza del 24,7 per cento (costo annuo di 738 milioni di euro complessivi), la Lombardia con il 24 per cento (2,1 miliardi di euro) e, infine, il Lazio con il 22,6 per cento (1,5 miliardi di euro). Ma come detto, le cose in Friuli Venezia Giulia non vanno affatto bene, con il 30% della spesa corrente dedicata agli adempimenti burocratici. Al Nord fanno peggio solo Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. 

Ultimo aggiornamento: 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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