Studenti, sentinelle contro il bullismo. Il prefetto Lione: «L'obiettivo è prevenire»

Mercoledì 15 Giugno 2022 di Loris Del Frate
Studenti sentinella per combattere il bullismo

PORDENONE - Studenti sentinelle contro il bullismo. Non dovranno fare la spia, ma i rappresentanti di classe dovranno sensibilizzare i loro compagni con assemblee alle quali invitare gli esperti. Si sono impegnanti i rappresentanti della Consulta studentesca. Del resto sono proprio i ragazzi che hanno il polso della situazione e che sanno cosa accade nelle aule. È uno dei temi emersi ieri nel corso dell'incontro organizzato dal prefetto di Pordenone, Domenico Lione, dopo che nei mesi scorsi un quindicenne era stato bullizzato da alcuni compagni di classe perchè malato.

Deve trapiantare un rene. «È un problema molto serio - spiega il prefetto - e voglio dire subito che Pordenone non si differenzia dalle altre realtà. Non è un'isola felice, ma neppure il luogo in cui i casi si impennano. È come le altre province. La questione, comunque, esiste è sentita dagli studenti e quindi dobbiamo intervenire».

INTERCETTARE
«Noi - va avanti il rappresentante del Governo - non dobbiamo aspettare che a muoversi siano le forze dell'ordine perchè questo significherebbe che siamo arrivati tardi. L'obiettivo è quello di prevenire, intercettare i casi e risolverli prima che si amplifichino». Non è semplice, ma a combattere questa battaglia tutti assicurano che saranno in prima linea. Ieri all'incontro oltre alle forze dell'ordine c'erano i presidi, il dirigente scolastico regionale, i sindaci delle cittadine dove sono collocati gli istituti superiori, rappresentanti dell'Asfo, e il presidente della Consulta studentesca, Tommaso Piccin. «È stato un confronto importante che ovviamente non si è esaurito, ma avrà una continuità e dovrà coinvolgere anche le famiglie, parte essenziale del progetto».

LA CONSULTA
«Siamo contenti di essere stati invitati al tavolo - spiega il presidente Tommaso Piccin che tra poco dovrà sostenere l'esame di maturità - perchè si è trattato di un incontro importante. Da parte nostra c'è la massima disponibilità a collaborare e l'indicazione che daremo ai rappresentanti di classe sarà quella di organizzare assemblee a scuola magari invitando gli esperti per avere un confronto. Dovranno sensibilizzare i loro compagni».

IL SONDAGGIO
La stessa Consulta degli studenti ha fatto un sondaggio e ha sentito circa mille ragazzi. Lo studio non ha valore scientifico, ovviamente, ma pesa parecchio perchè è la voce di chi il bullismo lo subisce, di chi lo vede e tace, di chi si ribella e di chi fa il bullo. Dal sondaggio è emerso un dato sicuramente interessante: il bullismo e il cyberbullismo esistono nelle scuole pordenonesi, gli studenti lo conoscono e alcuni hanno pure paura.

IL PREFETTO
«Proprio da quel sondaggio - spiega ancora Lione - sono emerse alcune tracce che seguiremo per cercare di prevenire questi fenomeni. Del resto è la voce dei ragazzi che hanno spiegato come lo vedono e come lo vivono. L'incontro ha un funzione chiara: cercare di coordinare i vari interventi e progetti che si fanno sul territorio e che vengono portati avanti da più enti, penso alle scuole stesse, all'Azienda sanitaria, al Comune e anche alle forze dell'ordine. Noi, prima dell'inizio dell'anno scolastico, dobbiamo cercare di coordinare tutti questi progetti partendo dalle famiglie. Non possiamo però limitarci solo ad un tavolo, seppur importante come quello di oggi. Dobbiamo lavorare insieme. Se emerge un problema di questo tipo l'insegnante delegato dalla scuola lo prede in carico e si confronta a secondo della gravità con la famiglia, il Comune e gli esperti dell'Asfo. L'intervento di Polizia, Carabinieri e Forze dell'Ordine sarà limitato a questioni che vanno oltre il bullismo».

A NOVEMBRE
«A fine novembre - conclude il prefetto - torneremo a sentirci per fare un primo monitoraggio di questa fase iniziale, per capire, insomma, se ci siamo coordinati e vedere anche se ci sono stati dei casi segnalati. Gli studenti faranno le assemblee in classe invitando esperti. Non dovrà essere uno spot, ma alla prima ne dovranno seguire altre in modo da sensibilizzare tutti». Resta da capire chi si farà avanti a segnalare i bulli. Difficile che lo facciano gli studenti perchè c'è il rischio di essere presi di mira e isolati. La speranza è che gli insegnanti riescano a capire i disagi o che i ragazzi bullizzati ne parlino a casa.

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