BUDOIA - Un nuovo atto di vandalismo nelle colline dardaghesi: dopo il covone di fieno incendiato qualche tempo fa, dei frequentatori abituali della chiesa di Sant’Agnol denunciano la distruzione di alcune croci realizzate in legno, con rami di alberi e unite con piccoli rami flessibili. «Qualche giorno fa abbiamo scoperto un fatto che ci ha suscitato sdegno e inquietudine – spiega Nicoletta Silvestri, dardaghese da alcuni anni e appassionata camminatrice – nei pressi dei ruderi della chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, abbiamo riscontrato un saccheggio totale.
CURA E ATTENZIONE
La bellezza delle colline, il vicino cammino di San Cristoforo di recente promozione e la tranquillità dei luoghi attirano molti visitatori, tanto da far sì che i residenti si prendano a cuore la cura del territorio: «Siamo soliti da anni, come altri conoscitori, arrivare in passeggiata fino alla fortezza dell’Arcangelo Michele, per il bosco. È un luogo di pace, di forte testimonianza storica e che rappresenta un certo culto religioso caro a molti. Qualche volta lo rassettiamo un po’, mio marito ne raddrizza le croci di legno che il vento o i temporali spostano, anche se raramente, e vi portiamo qualche dono: frutta, fiori, incensi, monetine, come si usa fare in tutti i luoghi di culto del pianeta». La chiesa di Sant’Agnol, così è conosciuta in loco, è sempre stata oggetto di passaggio; ora ridotta a un paio di mura abbandonate in mezzo al bosco, nei pressi del torrente Artugna, ha avuto un passato, remoto, molto vissuto: «Si può facilmente farla risalire all’epoca medievale – spiega lo storico locale Alessandro Fadelli – così come si pensa potesse trovarsi proprio nelle sue vicinanze l’antico nucleo dell’abitato di Dardago. Il gruppo archeologico Gr.A.Po. potrebbe ben avviare qualche perlustrazione nelle vicinanze. Dedicata all’Arcangelo Michele, è sempre stata nominata e conosciuta come chiesa di Sant’Agnol».
LE PAROLE
Dopo altre segnalazioni da parte di dardaghesi circa piccoli vandalismi sul territorio, ora Silvestri denuncia ancora la sua amarezza: «È stata una sensazione orribile e di pena. Siamo tornati il giorno dopo a ripristinarlo un po’ meglio. Siamo molto dispiaciuti, speriamo non accada più ma sinceramente, se una volta entravo anche sola in bosco con serenità, oggi un po’ meno ma non rinuncerò ai miei giri contemplativi».