La passione dell'imprenditore Bruno Vivian: è l'uomo che cattura le api

Mercoledì 3 Luglio 2019 di Daniela Pillon
La passione dell'imprenditore Bruno Vivian: è l'uomo che cattura le api
CORDENONS - Lo chiamano l'uomo delle api, quasi un angelo che vola là dove si tratta di recuperare uno sciame finito nei luoghi più disparati: il ramo di un albero o un camino sopra il tetto, ma, in qualche caso, anche in posti un po' più lugubri come il loculo di un cimitero o una cella mortuaria, proprio com'è successo poco tempo fa nel pordenonese. Bruno Vivian, impresario edile di Cordenons, dove gestisce l'attività insieme ai figli, e apicoltore per passione, non si fa certo pregare. Nel tempo libero corre dove lo chiamano, sia privati che vigili del fuoco, dei quali è diventato un punto di riferimento, per recuperare uno sciame che si è allontanato e smarrito. E finchè l'ape regina non si muove, resta fermo in attesa. Nonostante i suoi 68 anni, l'entusiasmo per il magico mondo delle api è lo stesso che, fin da bambino, lo ha avvicinato a questi insetti operosi da cui è rimasto letteralmente stregato».
 
LA PASSIONE«A trasmettermi questa passione è stata una zia che, quand'ero bambino, aveva due alveari. La accompagnavo quando si avvicinava alle arnie per la smielatura che effettuava con una protezione minima: un cappello di paglia sulla testa e una calza trasparente per proteggere il viso - spiega Bruno -. A poco a poco, vincendo la paura per le punture, immancabili dato che la calza mi si appiccicava al viso senza offrirmi una valida difesa, ho cominciato a conoscere la vita di questi insetti affascinanti. La passione per l'apicolura vera e propria è cominciata più tardi, quando, ormai adulto, l'ho scelta come un hobby, spinto, anche, dal desiderio di aver cura della mia salute e di quella dei miei cari: un cucchiaio di buon miele ogni mattina giova alla salute più di tante medicine. Il propoli poi è un vero toccasana, per non parlare della melata, ricca di sostanze nutritive e, in particolare di ferro. Il contatto con le api ci avvicina alla natura più di tante altre attività. Attraverso questi minuscoli insetti, da cui dipende anche la nostra sopravvivenza, possiamo avvicinarci alla ricchezza e complessità del mondo naturale cui apparteniamo anche se, purtroppo, facciamo di tutto per violarne i delicati equilibri».
GLI ALVEARIOggi Bruno Vian è proprietario di oltre una quarantina di alveari che sposta a seconda del tipo di miele che intende raccogliere: tarassaco, girasole, tiglio, castagno, acacia. «L'importante - precisa - è che gli alveari vengano collocati in zone non inquinate. Attualmente ne ho messi diversi ad Arta Terme a 840 metri d'altezza per la produzione del miele di castagno e tiglio e, fra un po' di tempo, della relativa melata. Ottimo anche il miele di girasole consigliato per rinforzare le ossa». Bruno è un fiume in piena mentre spiega la perfetta organizzazione di un alveare o i motivi che spingono la vecchia ape regina ad abbandonarlo insieme alla maggior parte delle api operaie per costruire altrove un nuovo favo lasciando il suo regno a una nuova regina in procinto di nascere. «È in questa migrazione il fenomeno della sciamatura che inquieta tanti cittadini timorosi di venir aggrediti». Come è successo nei giorni scorsi in piazza a Cordenons e anche due volte in centro a Pordenone. 
LE PRECAUZIONI«In realtà in questa fase le api sono poco aggressive ma è bene, dovendosi avvicinare, prendere delle precauzioni. Mai vestirsi di nero - spiega Bruno - se si vuole evitare di venir punti. Gli apicoltori, durante l'operazione di recupero di uno sciame libero, indossano infatti abiti bianchi. Anche l'assunzione di alcol le rende vulnerabili. Alle api l'odore degli alcolici dà molto fastidio. Meglio evitare di avvicinarsi anche se il tempo è nuvoloso». L'uomo delle api in questo periodo è instancabile. Oltre una quarantina sono gli interventi che ha dovuto effettuare nelle scorse settimane. E due erano in programma ieri sera. «Non so se riesco a effettuarli entrambi, uno a Torre e uno in centro a Pordenone dove lo sciame si è insediato dentro un camino. Insieme ai vigili del fuoco dovrò salire sul tetto per recuperalo. Cercherò di fare il possibile per spostarli entrambi». E per spostarli si trasforma in un mago, che con le mani sembra appallottolare la nube di insetti. «Spesso intervengo a mani nude - dice - e non ho paura delle punture. Ho seguito un corso a Roma di apiterapia: 4 o 5 punture di api da ripetere ad intervalli regolari bastano a far sparire tanti malanni provocati da varie patologie. Schiena dolorante o arti anchilosati tornano come nuovi...o quasi», conclude sorridendo Bruno, intenzionato a scrivere a breve un libro in cui raccogliere la sua lunga esperienza di acchiappa-api, grato a questi insetti per il ruolo che essi svolgono nell'ambiente e per i doni che offrono agli uomini, come sempre ingrati.
Daniela Pillon
Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 11:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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