La bolletta dell'energia elettrica dello chef lievita a 10.000 euro, Nappo: «Una mazzata»

Martedì 18 Gennaio 2022 di Alberto Comisso
La bolletta dell'energia elettrica dello chef lievita a 10.000 euro, Nappo: «Una mazzata»
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PORDENONE - Un salasso. Definirlo diversamente, in un momento in cui baristi e ristoratori sono alla prese con una crisi epocale e con i clienti che, a causa dell'esponenziale aumento dei contagi da Covid-19 faticano a pranzare o a cenare fuori ma anche semplicemente a sedersi al bar per bere un caffè, potrebbe persino risultare anacronistico. Quando il noto chef Carlo Nappo si è visto recapitare l'ultima fattura dell'energia elettrica del ristorante Podere dell'Angelo di Pasiano, per il periodo compreso tra il primo e il 31 dicembre 2021, quasi non voleva credere ai suoi occhi: era certo di trovare dei rincari ma non che questi fossero così esorbitanti.


GESTORE

Nappo, che oltre al Podere dell'Angelo gestisce a Pordenone il ristorante Alla Catina di piazzetta Cavour, mostra con rabbia l'ultima bolletta arrivata e che dovrà tassativamente saldare entro il 24 gennaio. È passato nel giro di qualche mese, praticamente a parità di consumi, dal pagare 4mila e 500 euro a 10mila e 549 euro: più del doppio.

Una mazzata, oltre che un salasso. Per lui, come per tanti altri ristoratori, la misura è colma. E lancia un messaggio forte: «Preoccupatevi delle piccole e medie imprese perché tra poco ne spariranno tante. Allora sì che saranno guai. Faccio un appello alle istituzioni: noi come Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) stiamo lottando ma nessuno ci ascolta. O, perlomeno, ci ascoltano ma ignorano le nostre richieste. Non amo lamentarmi ma alle centinaia di amici e colleghi che mi chiamano, pregandomi di fare qualcosa, non so più cosa rispondere. Il tutto nell'indifferenza della maggioranza delle persone, che restano inermi di fronte a tutto questo scempio. Andando avanti così ribadisco con i costi schizzati alle stelle sarà impossibile sopravvivere».


CLIENTI

Una preoccupazione, quella di Nappo, che si sta ormai diffondendo a macchia di leopardo tra baristi e ristoratori. Come se non bastasse il vertiginoso rincaro della bolletta di luce e gas, gli aumenti dei costi hanno riguardato un po' tutte le materie prime: dal caffè ai salumi, dalle bibite alla carne e alla verdura. Aumenti che, in qualche modo, devono essere spalmati sui clienti: «Diversamente l'allarme lanciato da Fabio Cadamuro, presidente provinciale di Fipe si chiude l'attività nel giro di poco. Sono d'accordo che questo non è il momento migliore per alzare i prezzi ma è anche vero che, in assenza di qualche ritocco al rialzo, spese, bollette, fornitori e dipendenti non si pagano».
Difficile, però, farlo capire alla clientela: «Abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione sottolinea Cadamuro per far comprendere a chi utilizza i nostri servizi che i costi, improvvisamente, sono schizzati alle stelle. E, praticamente, è impossibile andare avanti così. Alla clientela cerchiamo di far capire il perché siamo costretti ad adeguare i prezzi e che, purtroppo, rappresentiamo l'ultimo tassello di una lunga filiera. È facile lamentarsi con noi ma certe scelte sono pressoché obbligatorie».


IMPOSSIBILE

Difficile, se non impossibile, mantenere i prezzi invariati. «Chi lo fa ammette Cadamuro resiste per qualche periodo, cercando di acquisire il maggior numero di clienti; poi, però, nel medio-lungo termine, è costretto ad alzare bandiera bianca». L'esempio è facile: il caffè, una delle bevande preferite dagli italiani. «Se già i margini di guadagno sono bassissimi per ogni tazzina servita argomenta il presidente provinciale della Fipe viene impossibile, con l'aumento della materia prima, mantenere i costi di prima: chi continua a servirla ad un euro, quando ormai dappertutto viene praticato un prezzo che oscilla da un euro e 20 ad un euro e 40, non ce la fa. Non ha praticamente margini di guadagno. Il compito della categoria è quello di continuare, prima di tutto, a garante la qualità del servizio e pure quella del prodotto».
Cadamuro conferma che Fipe ha chiesto al Governo di venire incontro alla categoria ma che, almeno per adesso, non sono arrivate risposte adeguate ad un rischio concreto che, da qui ai prossimi mesi, numerosi tra baristi e ristoratori si vedano costretti ad abbassare le serrande. «Spero non si arrivi a situazioni estreme il suo auspicio ma dobbiamo essere ascoltati. Se l'energia ha subito un rincaro anche del 100 per cento, i prodotti, a seconda dei casi, hanno avuto in media un aumento del costo stimabile attorno al 20-30 per cento. In questo momento tutti hanno ragione ma non tutte le colpe possono ricadere su di noi».

 

Ultimo aggiornamento: 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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