La battaglia per il nome Tocai: l'assessore Zannier boccia l'idea "revisionista"di Zanin

Sabato 19 Giugno 2021
La battaglia per il nome Tocai: l'assessore Zannier boccia l'idea "revisionista"di Zanin

UDINE - Politica e produttori divisi sulla riapertura della battaglia per riprendersi il nome Tocai, per contrassegnare il notissimo vino, ora «Friulano». Se l'altro ieri, infatti, è stato il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, a lanciare l'idea che «il Consiglio regionale riprenda in mano la questione, anche se si tratta di una battaglia non facile», ieri è intervenuto l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, per dire che «utopistico» tornare a quel nome scippato dall'Ungheria al termine di un percorso, anche giuridico, conclusosi più di 12 anni fa.
Una divisione che si è riscontrata nel mondo vitivinicolo, tra chi ha subito raccolto la passione identitaria di Zanin e chi si è detto più concentrato sul rafforzamento del brand «Friulano», dopo lo sforzo fatto a livello regionale e internazionale per far conoscere lo stesso prodotto con un nome nuovo. Aprendo la Festa del vino di Bertiolo, il forzista presidente del Consiglio, ricordando l'autonomia della Regione, ha sostenuto che «il Tocai friulano fa parte della nostra storia e della nostra cultural e, anche se al termine della disputa legale sono arrivati dei fondi compensativi per la promozione del nuovo nome del vitigno, io dico che la storia e la tradizione non si comprano con il denaro».
Nella maggioranza, però, le visioni sul punto non sono le stesse, tanto che l'assessore Zannier è stato chiaro nel cassare ipotesi Zanin. «La Regione ha combattuto strenuamente per tutelare la denominazione Tocai ma quella sfida, purtroppo persa, appartiene al passato. Dobbiamo quindi guardare al futuro e promuovere al meglio gli attuali prodotti del Friuli Venezia Giulia e non dare vita a battaglie di retroguardia che rischiano solo di alimentare false speranze». Zannier ha ripercorso i passi che hanno condotto giocoforza il Friuli Venezia Giulia a puntare sulla nuova denominazione «Friulano», evidenziando, in sostanza, l'insostenibilità di una riapertura del caso. «Sia gli organi di giustizia dell'Unione europea sia la Corte costituzionale si sono espresse in maniera molto chiara rispettivamente a favore dell'Ungheria e del suo Tokaji e sull'impossibilità per la Regione di legiferare in una materia che ha riflessi sul commercio internazionale e comunitario e, ormai da anni, tutte le aziende vitivinicole del Friuli Venezia Giulia hanno investito risorse e promosso attraverso le etichette delle loro bottiglie il Friulano». Per la promozione del nuovo nome sono stati investiti dieci milioni, di cui otto statali e due regionali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci