Il lago è una pozzanghera, Barcis fa i conti con l'opera che minaccia il turismo

Domenica 9 Febbraio 2020 di Lorenzo Padovan
Il lago è una pozzanghera, Barcis fa i conti con l'opera che minaccia il turismo
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BARCIS - La giornata storica - come l'ha definita il vice governatore Riccardo Riccardi - è arrivata, ma adesso la comunità valligiana si interroga su cosa accadrà nei prossimi mesi con i lavori per la realizzazione del ponte sulla destra del lago di Barcis. Lo sghiaiamento (che durerà anni) potrà essere realizzato soltanto con una viabilità efficiente: solo che le ruspe e gli operai possono operare soltanto con il bacino artificiale ridotto a una pozzanghera. Per questo sono in tanti a tenere il fiato sospeso: ballano decine di migliaia di pernottamenti nelle strutture ricettive, ma anche ristoranti e rifugi tremano. 



I NODI
Le acque verde smeraldo del lago di Barcis esercitano un'attrazione straordinaria sui turisti. La prospettiva di una primavera e soprattutto di un'estate a secco rischia di dirottare altrove anche i pendolari. Nessun problema per l'irrigazione: a compensare lo svuotamento dell'Aprilis c'è l'aumento della capacità del sottostante lago di Ravedis. Questo significa che il Consorzio di bonifica Cellina-Meduna potrà disporre di risorse idriche in quantità. L'altro grande dilemma riguarda l'attraversamento di Montereale da parte del traffico pesante: in questa prima fase, si è scelto di utilizzare la vecchia 251 che, passando di fronte al cimitero, raggiunge il vecchio ponte accanto per poi arrivare a Maniagolibero, da dove i camion possono imboccare la viabilità ordinaria grazie alla circonvallazione di Vajont. Soltanto che quel tratto di strada è sempre stato vietato ai mezzi pesanti, perché caratterizzato da una carreggiata troppo stretta, esattamente come il ponte, dove già transitava un solo veicolo (leggero) alla volta. Per scongiurare problemi, sono stati posizionati due semafori che impongono il tratto a senso unico alternato: dai primi giorni di utilizzo, i frequentatori abituali raccontano di lunghe attese, che di fatto spingeranno i pendolari tra Maniago e Montereale a usare il nuovo ponte Giulio. 



LA CRITICA
«Il cronoprogramma dello sghiaiamento metterà in ginocchio la Valcellina e allontanerà i turisti per anni - è il terribile presagio del Capitano Marco, al secolo Marco Tormen, imprenditore e consigliere comunale a Barcis -. Il problema è relativo alla quota che l'invaso dovrà mantenere durante il cantiere per la realizzazione delle spalle del ponte che sarà costruito per i camion che in futuro porteranno gli inerti lontano dalla valle». Per ragioni di sicurezza, nel 2020 si resterà sempre a 392 metri, cioè circa dieci in meno della quota abituale: «Poco più di una pozzanghera - ammonisce Tormen, che da 15 anni gestisce un'apprezzata attività nautica, con cui organizza gite per i turisti -: con questa situazione la gente si terrà alla larga non solo da Barcis, ma anche da tutta la valle, perché dobbiamo finirla di pensare per campanili, il prodotto turistico è unico, sotto il blasone delle Dolomiti Unesco». Come sostiene da sempre anche Mauro Corona, testimonial delle bellezze della valle e sentinella rispetto allo sghiaiamento: dieci anni fa minacciò di stendersi sull'asfalto per impedire il passaggio dei camion dal versante di Longarone. 
Ultimo aggiornamento: 13:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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