Bar e ristoranti, manca personale. Quelli licenziati con le chiusure hanno cambiato mestiere

Giovedì 20 Maggio 2021
Bar e ristoranti, manca personale (Foto di Gianni Crestani da Pixabay )

PORDENONE - Speranza e ottimismo. Esercenti e commercianti tirano un sospiro di sollievo. Incominciano a vedere la fine del periodo nero, ma sanno che non è ancora finita. L'ora di coprifuoco in meno (da ieri sera la limitazione si è spostata alle 23) fa comodo ai ristoratori. Ancora un po' dovranno attendere invece i baristi per poter servire al bancone. Ma è la data del primo giugno (se i dati epidemiologici lo consentiranno il Friuli Venezia Giulia potrebbe essere zona bianca) quella a cui il settore della ristorazione guarda con maggiore speranza. La ripartenza fa però emergere anche un'altra faccia: la difficoltà, soprattutto legata alla liquidità, di molti operatori a restare sul mercato dopo oltre un anno di lavoro a regime molto ridotto. E il comparto dell'accoglienza e del turismo sono è alle prese anche con la carenza di personale: molti addetti stagionali, ma anche molti cuochi o camerieri nei lunghi mesi di chiusure delle attività hanno dovuto riciclarsi in altri mestieri e quindi non sono più disponibili a rientrare nel comparto lavorativo che per forza di cose hanno dovuto lasciare.


MENO COPRIFUOCO
Ieri, dopo un lunghissimo periodo, la possibilità di circolare un'ora in più la sera ha portato una boccata d'ossigeno a ristoranti, bar e locali.

Prolungare la cena sapendo di dover rientrare a casa entro le 23 ha consentito di lavorare un'ora in più. Anche se la vera questione che, almeno finora, ha limitato maggiormente gli operatori è stato il divieto di servire all'interno dei locali. L'obbligo di utilizzare solo gli spazi all'aperto - con i relativi problemi e discriminazioni per quei locali che non hanno la possibilità di avere dehor o terrazze - è il vero problema che in molti continuano a denunciare. Nelle ultime settimane, inoltre, il tempo non ha certamente agevolato il settore della ristorazione e del turismo: pioggia, freddo e addirittura neve in montagna (in regione precipitazioni si sono registrate anche nella notte di martedì scorso oltre i 1400 metri) hanno chiuso ogni possibile alternativa organizzata da ristoratori e baristi all'aria aperta. In particolare in alcune zone particolarmente colpite dal maltempo.


LIQUIDITÀ E PERSONALE
Ma nelle categorie che sono state più colpite dalla pandemia si cominciano a contare a contare le vittime aziendali. Recenti indagini della Fipe nazionale parlano di un 25, 30 per cento di locali che non riusciranno a sopravvivere: in maggiore difficoltà chi ha dovuto fare fronte a spese fisse a fronte di ristori insufficienti. C'è inoltre un altro grave problema con cui gli operatori devono fare i conti: quello della carenza di personale. Nel comparto della ristorazione e del turismo infatti molti lavoratori dipendenti, magari stagionali o con contratti a tempo determinato, hanno dovuto cercare altre opportunità visto la prolungata chiusura delle attività. E ora che la macchina va rimessa in moto per la ripartenza non è sempre facile trovare in poco tempo il personale di cui vi è la necessità. Un problema che - anche se in misura minore in quanto i periodo di chiusura sono stati inferiori - mette in difficoltà anche il comparto del commercio con molti negozi alle prese con la ricerca urgente di personale in particolare per i punti vendita dei centri commerciali e degli outlet che riapriranno il prossimo 24 maggio.
D.L.

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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