Bimbi ricoverati negli ambulatori col reparto pieno: «Dottore, capiamo». Il primario: «Per i virus è un rave party, ma le famiglie sono con noi»

Venerdì 23 Dicembre 2022 di M.A.
Bimbi ricoverati negli ambulatori col reparto pieno: «Dottore, capiamo». Il primario: «Per i virus è un rave party, ma le famiglie sono con noi»

PORDENONE - «Non deve scusarsi dottore, abbiamo capito». Storia ordinaria, se fossimo in tempi ordinari. Ma di ordinario, negli ospedali, da più di due anni c'è davvero poco. Il racconto arriva dal Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Lo rende pubblico il primario di Pediatria, Roberto Dall'Amico. È allo stesso tempo la fotografia dell'emergenza e l'apertura di un canale finalmente umano tra personale medico e famiglie.


IL RACCONTO
Luca, nome di fantasia per tutelare l'anonimato di un minore, è un piccolo paziente.

Da tre giorni è ricoverato in uno degli ambulatori dell'ospedale. Perché? Semplice, in reparto non c'è posto. Il medico vede la famiglia, si scusa, capisce che si dovrebbe fare di più, ma allo stesso tempo sa che è impossibile. Dall'altra parte, per una volta, non arrivano urla o minacce di denuncia, ma una frase che riappacifica, distende: «Abbiamo visto quanti bambini arrivano nel vostro Pronto soccorso e vi siamo grati per quello che state facendo per nostro figlio». «Anche la mamma di Andrea, ricoverato nella stesso ambulatorio prima di Luca, ha risposto nello stesso modo - rivela sempre il primario Dall'Amico -. Ci adattiamo. Non si preoccupi. L'importante è che venga fatto quello che serve». Cronache non romanzate. È solo la realtà che si vive tutti i giorni e a tutte le ore nel reparto di Pediatria di Pordenone. Ma non solo nel reparto, dal momento che i bambini in attesa di un ricovero devono trovare posto in ambulatorio anche per più giorni.


LA PRESSIONE
Perché i bimbi devono aspettare il loro turno per il ricovero? «Semplicemente perché attualmente non c'è posto - è l'amara constatazione del primario pordenonese -. In questo momento abbiamo otto-dieci bronchioliti (infezioni dell'apparato respiratorio che colpiscono soprattutto i bimbi piccoli, ndr) e si tratta di pazienti tutti attaccati ai sistemi di ventilazione. Si parla di bambini molto piccoli, anche solo con due settimane di vita alle spalle». Per questo non c'è posto. E le famiglie - ecco il bello della storia che Dall'Amico ha voluto raccontare sembrano averlo finalmente capito. «A mamme e papà - prosegue il primario di Pediatria - interessa solamente capire che noi medici stiamo facendo le cose giuste per i loro figli. Importa meno il luogo del ricovero o del singolo letto. Notiamo finalmente comprensione ed è merito soprattutto dei tanti infermieri che rimangono tutto il giorno con i pazienti».


L'EPIDEMIA
«In questo momento - è la fotografia scattata dal primario - i virus è come se fossero stati invitati a un rave party, dopo le restrizioni della pandemia. I virus non possono fare a meno di noi. Mutano, si adattano, convivono. Sono arrivati assieme. Anche se questa non è una festa. Vrs, influenza, corona, metapneumo, adenovirus. Come non succedeva da anni. Dopo un lungo isolamento sociale hanno cominciato a sgomitare per esserci, colpendo i più piccoli. Spesso di poche settimine. Forse i genitori hanno cominciato a guardare con occhi diversi. A comprendere che si può essere trattati bene anche se il ricovero avviene in un ambulatorio. A vedere che esistono anche gli altri. Magari ricoverati per malattie più gravi. A dare il giusto peso a quello che viene fatto».

 

Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci