Il diario di Cami, gioie e dolori del lockdown a 8 anni

Domenica 29 Novembre 2020 di Riccardo Saccon
Una pagina del diario della piccola Cami, scolara della terza elementare di Fontanafredda

Inizia il 5 marzo e si ferma il 10 giugno. È il diario di Cami, ovvero la scuola nell’anno del Coronavirus. Scritto da una bambina di terza della Primaria che ha fatto proprio il suggerimento della maestra. Così il 5 marzo scrive e ricorda:

Caro diario, oggi abbiamo ricevuto un messaggio dalla maestra Fernanda. Ci ha detto che gli manchiamo tanto. Anche a me manca tanto. Ci ha detto di provare a scrivere un diario, così da oggi ti scriverò”.

Un annuncio, un impegno che durerà sino alla fine della scuola. Cami vi annota i momenti salienti della vita familiare e di riflesso quelli del primo lockdown, passando dalla gioia di poter stare a casa alla mancanza di contatto con maestre e compagni, facendo rivivere i momenti di incertezza di quei giorni, le gioie e le paure, sue e di tutti noi.


AMAREZZA
Il 6 marzo ricorda: “Sono già tanti giorni che sono a casa, perché in Italia è arrivato il coronavirus. Il 22 febbraio sono andata a una festa di carnevale a i Villadolt e il 23 ho fatto l’ultima partita di pallavolo. Quella mattina mia mamma non ha voluto che mi rivestissi in spogliatoio perché c’era troppa gente. La sera ho sentito che le scuole sarebbero state chiuse. Ero contenta perché voleva dire che facevo due giorni in più di vacanza. L’1 marzo la mamma mi ha detto che le scuole sarebbero state chiuse per un’altra settimana e mi è sembrata una cosa strana. Alla televisione parlano sempre del corona virus, che ci sono tante persone malate e qualcuna è morta e mi spaventa tanto. Poi il 5 marzo il presidente del Consiglio ha detto che le scuole sarebbero rimaste chiuse fino al 15 marzo. Io sto sempre a casa con mio fratello e la nonna che vive con noi. La mia mamma e il mio papà devono andare a lavorare ma dicono che stanno attenti. Io, Andrea e la nonna non usciamo dal 24 febbraio…». Il 9 marzo Cami è trieste «Ho una brutta notizia: restiamo a casa fino al 3 aprile! Mi sto iniziando a stufare di stare a casa. Ciao”. Il 10 marzo arrivano i libri e i quaderni, lasciati sotto il banco a scuola. Poi un messaggio della maestra e anche la nonna impara a fare le videochiamate. Venerdì 13, Sonia, la maestra di violino, le chiede di inviarle i video di come suona. «Abbiamo fatto tanti video, perché Andrea e la nonna mi disturbavano entrando nella stanza e parlando». Poi anche la mamma inizia a lavorare da casa e arriva la prima lezione di violino via Skype.
IL TEMPO SCORRE
Le tartarughe escono dal letargo. Passa la festa del papà che presto deve lavorare pure lui da casa. I pesci d’aprile colorano varie schiene e arriva anche il momento di fare l’albero di Pasqua. L’8 aprile la prima videolezione: «È stato bellissimo! C’era un po’ di confusione ed eravamo quasi tutti». Arriva la possibilità di spostarsi nuovamente tra comuni «È il mio papà è contento perché può andare a trovare la mamma». Il 5 maggio 3 videolezioni: solfeggio, volino e videolezione a scuola. Il 23 maggio il fratello apprende che non potrà fare l’animatore al Grest: «È un po’ triste perché quest’anno gli animatori devono avere 18 anni». Intanto la mamma lavora da casa dal mattino a sera tardi. A giugno arriva una nuova cagnolina e il 10 giugno anche l’ultimo giorno di scuola. Il diario è scaricabile dal sito dell’Istituto comprensivo Rita Levi-Montalcini di Fontanafredda. 37 pagine, veloci da scorrere e con molti disegni, ma un vero termometro di quanto è stato vissuto dai bambini e dalle famiglie in quel periodo.
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