Caro bollette e ordini in calo, aziende sull'orlo del baratro: ecco la mappa del lavoro a rischio

Venerdì 19 Agosto 2022 di Loris Del Frate
Lavoro a rischio
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UDINE - Dalla Wartsila di Trieste sino all'Electrolux di Porcia, passando per la cartiera di Rivignano, già chiusa, sino alla Zml di Maniago.

Sono una quindicina in regione le fabbriche con cento dipendenti o più che stanno pagando a caro prezzo la crisi. Alcune sono state chiuse all'improvviso come quella triestina, altre hanno già fatto partire procedure di sfoltimento del personale, altre ancora stanno valutando iniziative non certo positive. A queste si aggiungono una miriade di piccole aziende dove l'occupazione è in bilico. Una situazione che in autunno rischia di essere a tinte fosche.

LA SITUAZIONE
Tra le aziende che preoccupano il sindacato c'è anche l'Electrolux. L'azienda di Porcia - spiegano dalla Cisl - sta perdendo quote di mercato a causa della mancanza di materiali a vantaggio dei competitor asiatici che invece li hanno a portata di mano. I contratti a termine scadenti a giugno e nei primi giorni di luglio non sono stati confermati segnando un calo dell'occupazione. Questa situazione sta creando contraccolpi anche sulle imprese dell'indotto. Restando sul territorio della provincia di Pordenone, la Savio sta lavorando, ma le strategie non sarebbero incoraggianti e la speranza che arriva da via San Valentino è che si possano chiarire e riprendere quota nelle prossime settimane. Ma restano i dubbi. Per quanto riguarda la Zml c'è un po' di agitazione perchè il piano di ripresa è stato applicato parzialmente, ma ci sono degli incontri in progressione.

TRIESTE
La situazione della Wartsila resta molto delicata e le possibilità di tornare indietro rispetto alla delocalizzazione non sembrano essere molte. A questo si aggiunge la criticità della Flextronics. A maggio erano stati annunciati 280 esuberi, ora il numero sembra rientrato, ma c'è la necessità di rilanciare interamente l'azienda ed è stata aperta la fase degli ammortizzatori sociali. Negli ultimi giorni sono venute a galla le vicende della Burgo di Duino (venduta ai britannici di Mondi) e della Tirso (settore tessile) con enormi problemi di pagamento delle bollette energetiche.

FRIULI
In Automotive non è stata richiesta la cassa integrazione, ma visto il calo di lavoro non è escluso l'uso degli ammortizzatori locali. A Udine non ci sono allo stato segnali di grandi aziende in seria difficoltà, ma lo scenario resta preoccupante soprattutto per diverse piccole e medie aziende che hanno già annunciato provvedimenti restrittivi al rientro dalle ferie. Tra Pordenone e Udine sono più di un centinaio che annaspano tra bollette impossibili e calo degli ordini.

LA CISL
«È stata una follia la crisi di Governo e agli interessi elettorali i partiti avrebbero dovuto contrapporre un senso di responsabilità che ormai è merce rara». Non ha dubbi Cristiano Pizzo, già segretario provinciale di Pordenone e ora nella segreteria regionale. «Il problema - va avanti - scoppierà in autunno e verso la fine dell'anno. È urgente una soluzione sulla sicurezza, ovvero la sicurezza del posto di lavoro intesa come lotta alla precarietà che è ancora tremendamente presente e la sicurezza sul posto di lavoro intesa come lotta agli infortuni, soprattutto a quelli mortali e a quelli gravemente invalidanti. Gli effetti della pandemia, sommati alle pesanti ricadute della guerra sui prezzi energetici e alimentari, caricano sui lavoratori, famiglie e imprese un macigno difficile da rimuovere».

RISCHIO SOCIALE
«Al di là delle posizioni nelle classifiche europee, ormai noiose, non possiamo pensare di continuare così, il rischio sociale è altissimo. Alcuni imprenditori si nascondono dietro al reddito di cittadinanza per giustificare le difficoltà a trovare personale - conclude Pizzo - dimenticando che i lavoratori devono essere pagati dignitosamente. Alcuni poi si lamentano di non trovare personale e non si accorgono che perdono quello in forza sempre per la motivazione che i lavoratori non ben retribuiti possono scegliere alternative più gratificanti. E il costo del lavoro, che è sicuramente alto, spesso è semplicemente una scusa per approfittarne. C'è un rischio sociale alto a causa dei salari bassi e dell'inflazione oramai a due cifre».

    
 

Ultimo aggiornamento: 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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