Prelievi in contanti e assegni a suo favore, avvocato sottrae 50mila euro alla disabile che avrebbe dovuto tutelare

Martedì 4 Maggio 2021
Prelievi in contanti e assegni a suo favore, avvocato sottrae 50mila euro alla disabile che avrebbe dovuto tutelare
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PORDENONE - Già indagato per aver utilizzato la pensione di invalidità di un disabile per scopi personali, un amministratore di sostegno è stato nuovamente sottoposto a indagini che hanno portato nel giro di sei mesi al secondo sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca. Nei giorni scorsi la Guardia di finanza di Pordenone ha eseguito un provvedimento del gip Rodolfo Piccin dove si dispone il recupero di 49.362 euro, che vanno ad aggiungersi ai 147mila relativi al primo procedimento avviato nei confronti dell'avvocato Giovanni Melideo, 53 anni, di Pordenone, difeso dalla collega Esmeralda Di Risio.


LE IPOTESI D'ACCUSA
Secondo la ricostruzione degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Carmelo Barbaro, tra il 2013 e il 2020 il legale avrebbe effettuato prelievi in contanti ed emesso assegni a suo favore, anziché utilizzare il denaro per far fronte alle esigenze di una donna con fragilità che le era stata affidata dal giudice tutelare. Anche in questa seconda tranche d'indagine si ipotizzano i reati di peculato e di rifiuto di atti d'ufficio, in quanto non avrebbe consegnato i rendiconti annuali relativi al periodo 2013/2020, nonostante i ripetuti solleciti del giudice.


GLI ACQUISTI
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle sono partiti proprio dalla mancata presentazione da parte del professionista dei rendiconti annuali sull'attività fatta in qualità di amministratore di sostegno.

L'assistita è una donna con scarse disponibilità economiche, la cui unica fonte di sostegno sono una pensione di invalidità e gli aiuti che periodicamente la madre le versa sul conto corrente. Dai report bancari esaminati dai finanzieri, sarebbero stati individuati pagamenti estranei alle esigenze della donna. All'amministratore di sostegno si contesta di aver disposto pagamenti a favore della società di leasing proprietaria dell'autovettura che ha in uso. È stata poi trovata traccia di pagamenti a favore del condominio in cui si trova lo studio legale, di valori bollati in una rivenditoria di Pordenone e di un esercizio commerciale, sempre di Pordenone, dove sarebbero stati acquistati, secondo gli accertamenti dei finanzieri, capi di abbigliamento griffato.


IL PRECEDENTE
Il caso precedente riguardava un 71enne ospite di una casa di riposo. Erano stati i Servizi sociali a segnalare che l'amministratore di sostegno, in carica dal 2005, non pagava le rette. Il giudice tutelare Chiara Ilaria Risolo, accertato che mancavano i rendiconti annuali sull'attività a favore dell'anziano, aveva revocato l'incarico al legale e interessato la Procura. Dagli accertamenti era emerso che l'anziano aveva accumulato un debito di 104mila euro con la casa di riposo, che per incassare le rette aveva promosso un'azione risarcitoria sfociata nel pignoramento di un immobile di proprietà del 71enne, venduto all'asta per 75mila euro.

Ultimo aggiornamento: 13:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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