Un lupo a passeggio lungo la strada che porta a Vajont. Gli esperti: allontanarsi senza farsi prendere dal panico

Mercoledì 19 Aprile 2023 di Lorenzo Padovan
Un lupo a passeggio lungo la strada che porta a Vajont. Gli esperti: allontanarsi senza farsi prendere dal panico

MANIAGO - Le prime apparizioni nel mandamento le fece al Dandolo, frazione di Maniago completamente immersa nella natura incontaminata e a ridosso di quei Magredi tutelati anche dalla Ue.

Era il 2018. L'anno seguente fece capolino anche a Campagna, area piuttosto periferica. Da quella volta, ogni anno - quasi sempre nella stagione primaverile - il lupo si fa fotografare dai cittadini maniaghesi, con la differenza che si sta sempre più avvicinando (senza particolare timore) ai centri abitati. Negli ultimi anni esemplari sono stati infatti immortalati in via Mazzoli Chiasais, a Maniagolibero. Nei giorni scorsi, un lupo di grandi dimensioni, e con passo molto fiero, è stato visto aggirarsi lungo la strada che da Maniagolibero conduce a Vajont, vicino al campo da calcio. Lo stupore di chi se l'è trovato di fronte è stato più per l'ora - in pieno giorno - che per il tipo di esemplare, che in zona pare essere di casa. Anche perché, poco distante, ci sono i boschi che conducono al greto del Cellina. Le immagini del lupo in evoluzione diurna da ieri stanno spopolando su social e messaggeria istantanea. Gli esperti raccomandano tuttavia prudenza: se ci si imbatte in un lupo è buona regola allontanarsi senza farsi prendere dal panico. Va ricordato che da oltre 300 anni non si registrano aggressioni all'uomo. Diversa la situazione per chi passeggia con cani: è consigliabile tenerli al guinzaglio perché, se liberi, porrebbero essere attaccati. Prudenza che va estesa agli automobilisti: la strada che dalla rotonda del nuovo ponte Giulio conduce a Maniagolibero è ampia e la velocità spesso sostenuta: un impatto con il lupo, oltre a decretarne decesso sicuro, potrebbe essere molto pericoloso anche per gli occupanti dei veicoli.


L'ESPANSIONE
La crescita del lupo anche nel Friuli Occidentale è stata favorita essenzialmente da tre fattori: l'abbandono delle aree montane e marginali da parte dell'uomo; l'aumento delle prede naturali, ungulati in particolare e l'introduzione, a partire dagli anni Settanta, di norme di tutela a livello comunitario e nazionale. Lo ha evidenziato a più riprese il Corpo forestale regionale che ricorda come la presenza del lupo, ricomparso in regione nel 2013 dopo quasi un secolo di assenza, susciti interesse, curiosità e preoccupazione soprattutto per le predazioni su animali selvatici e domestici e per la paura che possa costituire un pericolo per l'uomo.


I TIMORI
«Il lupo è una specie simbolica ed evocativa che non lascia indifferenti - prosegue la Forestale - sia in senso positivo sia negativo, e per questo occupa spesso le pagine dei media tradizionali ed è assoluto protagonista dei social media. In generale l'informazione e l'opinione pubblica tendono ad essere polarizzate su due fronti opposti, favorevoli o contrari alla presenza del lupo, fenomeno che non aiuta ad affrontare il problema con la necessaria oggettività. Purtroppo talvolta le informazioni veicolate da questi mezzi di comunicazione non sono corrette e soprattutto, spesso, non vengono verificate consultando le autorità regionali competenti, impegnate da anni nella gestione di questo fenomeno». Da sempre, le interazioni tra il lupo e l'attività di allevamento del bestiame sono la principale fonte di conflitto tra la specie e le attività antropiche. In merito la Regione opera erogando contributi tanto per la prevenzione quanto per l'indennizzo dei danni, allo scopo di prevenire gli attacchi e sostenere il lavoro degli allevatori che operano in particolare in montagna e nelle aree interne più marginali.

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