Truffa milionaria: auto di lusso "ringiovanite" e vendute on line. Ecco chi sono i 21 indagati

Giovedì 23 Giugno 2022
Il sequestro della Porsche
2

PORDENONE - È arrivata al capolinea l'inchiesta sulle auto di lusso acquistate all'estero, schilometrate e poi vendute online incassando l'Iva senza poi versarla all'Erario grazie a immatricolazioni-truffa. Il procuratore aggiunto della Procura di Udine, Claudia Danelon, ha notificato la conclusione delle indagini a 21 indagati confermando l'ipotesi di accusa iniziale: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe stimate in 3,5 milioni di euro, di falsi e frodi fiscali. Nel 2019 la Guardia di finanza di Pordenone era uscita allo scoperto eseguendo cinque misure cautelari e sequestri per equivalente per 4,6 milioni di euro nei confronti dei membri dell'organizzazione. Tra questi figura anche il pordenonese Andrea Frecentese, 45 anni, difeso dall'avvocato Massimo Cescutti, la cui Porsche Macan S attraversò il centro cittadino sul carroattrezzi sotto sequestro.

INDAGATI E RUOLI
Oltre a Frecentese sono coinvolti Francesco Perna (59) residente a Pordenone, tutelato dall'avvocato Cristiano Leone; Lorenzo Strukelj Minini (37) di Gorizia; Alessandra Labanca (44) di Codroipo; Davide Agnoluzzi (29) di Codroipo; Marco Dell'Isola (33) di Tavagnacco; Piero Mazzolo (47) di Cividale; Lucia Dal Zilio (65) di Treviso; Donatella Gioppato (59) di Treviso; Marco Fois (55) di Anzio; Fabrizio Bruno (57) di Nettuno; Giorgio Catese (64) di Aprilia; Lucio Rebecca (62) di Vigodarzene; Michela Lucarelli (39) di Roma; Walter Fois (29) di Roma; Stefano Miozzi (53) di Nettuno; Joan Paolo Casula (43) di Nettuno; Andrea Clazzer (40) di Aprilia; Monica Lo Presti (39) di Palermo; Manuela Messina (43) di Anzio; Fabio Macciocchi (52) di Nettuno.

Promotori e capi dell'organizzazione sono stati indicati, oltre a Frecentese, anche Fabrizio Bruno e Marco Fois, creatori delle società Auto Wagen Srl, Global Service Srl, Car&Car Srl e Autopiù Srl.

Per la gestione amministrativa Bruno si sarebbe affidato all'impiegata Michela Lucarelli, mentre Manuela Messina, moglie di Fois si occupava delle operazioni bancarie. Walter Fois a un certo punto è subentrato al padre nella Car&Car, società che gestiva i conti correnti, mentre Miozzi, con la sua Autopiù avrebbe reperito liquidità per oltre 2 milioni grazie a vendite fittizie. A tutti gli altri indagati è contestato il reato esterno nel reato associativo.

AUTO RINGIOVANITE
Erano centinaia le immatricolazioni sospette individuate dalla Guardia di finanza. Erano auto costose, ad esempio Audi A3, Audi A4 Avant, Audi A8, Bmw X5, Audi Q3 e Q5, ma anche casi di Maserati Ghibli o Mercedes. Venivano vendute con il contachilometri manomesso per abbattere del 50/70% i chilometri e poi immatricolate con documenti di vetture radiate o comunque falsi. Veniva anche attestato che le macchine erano state acquistate in Germania fingendo che l'Iva fosse stata pagata Oltralpe. Un meccanismo oliato, che si sosteneva grazie ad agenzie di pratiche automobilistiche e officine che si trovavano a Codroipo, Prata, Brugnera, Cividale e in Lazio. In tutto questo a Frecentese viene attribuita una partecipazione importante. Gestiva la commercializzazione delle macchine negli autosaloni, si occupava dei siti online per pubblicizzare le vendite e concordava le modalità di pagamento. Era lui, secondo la ricostruzione del Pm, a reclutare personale che si occupasse del ritiro delle auto all'estero e dei bravi meccanici in grado di ritoccare i contachilometri. Per le difese è cominciato il conto alla rovescia per presentare memorie o chiedere interrogatori. In caso contrario il magistrato farà partire la richiesta di rinvio a giudizio.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci