Gli autisti dei bus protestano: «Non possiamo essere noi gli "sceriffi" dei mezzi pubblici»

Martedì 5 Maggio 2020 di Redazione
Gli autisti dei bus protestano: «Non possiamo essere noi gli "sceriffi" dei mezzi pubblici»
PORDENONE - Nessun asslato ai bus nella fase due. Autobus urbani e pullman del servizio pubblico locale del resto non si sono mai fermati. C’è stata una riduzione con dei tagli su corse e orari ma il servizio è stato comunque garantito. Anche se durante i quasi due mesi di lockdown i mezzi dell’Atap – ma gli stessi numeri li hanno segnati anche le altre tre società regionali - hanno dovuto registrare un calo di passeggeri “disastroso” che ha toccato il 92 per cento. Con il riavvio del mondo produttivo ieri è tornato un certo numero di pendolari. Ma le corse girano ancora a regime ridotto. Soltanto con il prossimo 10 maggio ci sarà una ripresa – anche se ancora ridimensionata rispetto alla norma - con linee e orari legati al servizio non scolastico. Ieri intanto non si sono registrati particolari problemi o casi di sovraffollamento. Soltanto in un paio di situazioni, sulla linea urbana 5 che è quella solitamente più utilizzata, si è dovuto verificare che la presenza a bordo dell’autobus non superasse il numero di passeggeri previsto. Per il resto la situazione è stata piuttosto regolare. Ma è però scoppiato il caso del “rebus controlli”: gli autisti non ci stanno a fare gli “sceriffi” e chiedono un intervento della Regione.

CORSE ANCORA RIDOTTE
La settimana prossima entrerà in funzione quell’assetto orario che viene adottato quando non ci sono le scuole e manca il vero “core-business” della società del trasporto che sono proprio gli studenti. Da ieri è intanto scattato un rafforzamento (alcune misure di prevenzione già erano operative da prima) delle precauzioni anti-contagio a bordo dei mezzi del servizio pubblico e nelle fermate. Agli autisti è affidato il controllo e il conteggio dei posti limitati, oltre ai controlli sull’uso delle mascherine e dei guanti da parte di tutti i passeggeri. Mansioni che, però, come ha sottolineato il sindacato dei dipendenti Atap, i conducenti faticano parecchio a fare poiché devono ovviamente guidare. E’ per questo che lo stesso sindacato ha chiesto alla Regione che vengano stabilite delle linee guida generali e valide per tutte e quattro le società del Tpl del Friuli Venezia Giulia. “Non ci stiamo – ha fatto sapere a chiare lettere la Filt-Cgil locale – a fare gli autisti-sceriffi”.

MENO PASSEGGERI
Tutti i mezzi dell’Atap hanno da ieri i posti segnati: per garantire la ferrea regola del distanziamento sociale soltanto una parte dei sedili potrà essere occupata. All’incirca meno della metà dei posti potrà essere utilizzata nei pullman extraurbani e circa 25 posti sugli 80 dei bus urbani con la predisposizione della segnaletica dei posti da occupare. Ogni mezzo deve essere inoltre dotato di un dispenser – a ridosso della porta attraverso la quale salgono le persone – con il gel idroalcolico igienizzante. E’ stata anche sospesa la vendita dei biglietti a bordo. Bus e corriere – una volta arrivati al deposito-park – devono essere giornalmente igienizzati. Previste poi le periodiche sanificazioni. Agli autisti – stando alle nuove disposizioni – spetta il compito di controllare che tutti i passeggeri siano muniti di mascherina. Se un passeggero ne è sprovvisto l’autista deve invitarlo a coprirsi naso e bocca oppure a scendere dal mezzo. Nel caso in cui dovesse manifestarsi un rifiuto il conducente deve fermare il mezzo, chiamare gli uffici della società che a loro volta allerteranno le forze dell’ordine per un intervento sul posto. Un sistema che agli stessi autisti non piace molto e che stanno cercando di rivedere. Così come è stato rivista – in seguito alla mediazione con il presidente di Atap, Narciso Gaspardo – la procedura che – in un primo tempo - prevedeva l’utilizzo anche della seconda porta neimezzi a solo due porte.Ma l’ingresso dei passeggeri dalla porta anteriore, in quanto molto vicina al posto di guida, non avrebbe garantito la misura del distanziamento interpersonalemettendo così a rischio proprio gli autisti. Su questo il sindacato aveva messo in conto l’invio di una segnalazione alla prefettura. Che è stata però evitata da una soluzione alternativa che Atap ha messo in campo e che vede l’esclusivo utilizzo della porta posteriore dei mezzi. Ma dopo il dietrofront della società sulla “vertenza della porta” ora – se la Regione non stabilirà regole per tutte e quattro le società locali – potrebbe aprirsi la vertenza dei controlli sulle mascherine.
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