Ha oltre 36 anni di contributi pagati, ma resta senza lavoro a 60 anni

Mercoledì 30 Ottobre 2019 di Alessio Tellan
Ha 36 anni e 3 mesi di contributi, ma resta senza lavoro a 60 anni
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FONTANAFREDDA (PORDENONE) - «La situazione non è cambiata. Nonostante le mie ricerche e gli appelli, non riesco a trovare lavoro e a questo punto penso di vendere anche la mia auto. Ormai non so più che farmene; anzi, è diventata di troppo, se si considerano le spese di bollo e assicurazione da pagare nei prossimi giorni». È il grido di disperazione di Natalino, sessantenne di Fontanafredda, che sta vivendo il suo personale calvario da oltre un decennio, come già raccontato all'inizio dell'anno in queste pagine. Entrate economiche praticamente nulle, al contrario delle uscite, articolate tra tasse da pagare e imposte sui mezzi. Non sono bastati 36 anni e 3 mesi di contributi: è a casa dal 2008, anno del fallimento della fabbrica nella quale prestava servizio come operaio.

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Da quel momento, la sua vita è diventata un inferno, sia dal punto di vista privato «Sento poche persone» che da quello  lavorativo. Ha provato in tutti i modi a reinserirsi nell'ambito occupazionale, inviando curriculum a risorse umane, fabbriche, industrie, vivai del territorio, senza tuttavia ottenere un lavoro valido. Una serie di tentativi caduti nel vuoto: d'altronde è più complicato il ricollocamento quando si supera la fascia degli anta. «Nel nostro Paese - protesta il sessantenne - si sente parlare molto della disoccupazione giovanile, mentre non viene data la giusta attenzione a chi ha più anni di esperienza ed è rimasto a casa». Non ricevendo risposte da agenzie e aziende, Natalino si era dedicato all'assistenza dei suoi genitori anziani. La madre però è scomparsa nel 2010, il padre nel 2017. Così, con la perdita dei due cari, Natalino si è visto privato del suo unico mezzo di sostentamento economico, ossia la pensione del papà. «Avevo parlato con i Servizi sociali del Comune - spiega - e con le amministrazioni di Fontanafredda, sia con quella in carica sia con quelle precedenti, ma non ho avuto delle garanzie perché la mia casa supera la soglia dell'Isee». Infatti, secondo le stime, l'immobile acquistato dai genitori negli anni Settanta - vale circa 57 mila euro, troppo per ottenere un sussidio. «Cosa devo fare? La mia casa non mi dà nulla da mangiare - si sfoga Natalino - anche se viene considerata un bene; ho già pagato il bollo dell'auto, che va in scadenza a fine anno, e ho già speso centinaia di euro, ora devo pagare l'assicurazione. La macchina a questo punto è di troppo, tanto vale venderla». Tanti pensieri negativi, un solo desiderio: «Datemi un lavoro. Sono disposto a lavorare come operaio, ma anche come giardiniere». Un appello che si rinnova da anni, ma che ancora non è stato accolto. «Sono costretto a vivere alla giornata, senza certezze». 
Alessio Tellan

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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