Casa di riposo, la ditta rinuncia alla gara vinta: «Costi raddoppiati, lavori impossibili»

Mercoledì 21 Settembre 2022
La casa di riposo Serena
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PORDENONE - Il preventivo era già sul tavolo: i lavori costavano 55mila euro. Dovevano garantire la realizzazione di un cappotto protettivo per la struttura che ospita la residenza per anziani Casa Serena, la più grande e capiente del capoluogo.

Un intervento di efficientamento energetico del tutto simile a quelli che vengono messi in campo in molte abitazioni private, solo su scala più ampia. Come detto era tutto pronto: carte bollate, procedura di gara, appalto e molto altro. Infatti l'Asp Umberto I era andata avanti, terminando la procedura nei tempi previsti e organizzando anche lo spostamento temporaneo degli ospiti dall'area della struttura interessata dai lavori. L'iter era andato bene, si era arrivati anche all'aggiudicazione dell'incarico a una ditta del territorio. Poi la brutta sorpresa: i lavori non si fanno, i costi impostati nel capitolato di gara erano troppo bassi per il quadro economico attuale.

LA SITUAZIONE
«In sostanza - ha precisato il presidente dell'Asp Umberto I, Antonino Di Pietro - la ditta che era stata individuata al termine della corretta procedura d'appalto, non ci stava più dentro con i costi. E ha rinunciato all'incarico». Eccola, la trasposizione pratica degli allarmi lanciati sia dalle aziende private che dagli enti pubblici. Il rischio di veder sfumare un appalto è diventato concreto, perché i costi aumentano anche di mese in mese, e un capitolato che un tempo poteva essere considerato in linea con i livelli di mercato diventa improvvisamente vecchio e soprattutto insostenibile per le aziende che devono materialmente portare a termine i lavori. La prima conseguenza, per quanto riguarda l'Asp Umberto I, è una perdita di tempo. L'opera, prevista già alla fine dell'estate, non è affatto iniziata. Ed è slittato anche lo spostamento degli ospiti negli altri spazi della struttura residenziale del quartiere di Torre.

LE CONSEGUENZE
Il direttivo dell'Asp Umberto I si è riunito ed è stato costretto a prendere una strada alternativa, di fatto l'unica disponibile: alzare il prezzo dell'appalto per permettere a qualche azienda privata di partecipare senza rimetterci. Quindi per fare in modo di non trovarsi di fronte a un altro rifiuto oppure direttamente ad una gara completamente deserta. «Così - ha aggiunto Di Pietro - l'unica cosa da fare è diventata aumentare il quadro economico». Il problema è che questo quadro economico non è solamente aumentato, ma più che raddoppiato. Numeri alla mano è così. Un cappotto protettivo che all'Asp Umberto I doveva costare 55mila euro, adesso costerà circa 115mila euro. Non c'era altra scelta, in caso contrario con i prezzi attuali non si sarebbe presentata alcuna ditta all'appuntamento con i lavori. La nuova gara d'appalto è stata perfezionata negli ultimi giorni e ora si potrà procedere. Ma questo ulteriore aggravio per le casse della struttura andrà a peggiorare un momento già complicato per i conti dell'Asp.

 

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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