L'amministratrice di 29 condomini e quei conti che non tornano: scatta l'accertamento

Martedì 3 Luglio 2018 di Cristina Antonutti
L'amministratrice di 29 condomini e quei conti che non tornano: scatta l'accertamento
PORDENONE - L'accertamento tecnico preventivo sui pasticci contabili dell'amministratrice di condomini Monica Corazza, finita nella bufera per non aver pagato bollette di luce e gas per decine di migliaia di euro, si può fare. Così ha deciso il giudice Barbara Lenisa accogliendo la richiesta avanzata dall'avvocato Francesco Santini. Il giudice ha convocato le parti per il 20 luglio, giorno in cui sarà nominato il consulente: Nadia Malnis, che avrà il compito di ricostruire la contabilità tra i vari condomini interessati alla vicenda. 

Il Tribunale civile si è espresso ieri stabilendo che a sobbarcarsi le spese dell'accertamento dovrà essere la stessa Corazza (nel caso non versasse la somma stabilita dal giudice il procedimento si estinguerebbe). «Il Tribunale - spiega l'avvocato Santini, che non nasconde la soddisfazione per il risultato raggiunto - ha proposto un quesito molto ampio, che consentirebbe di arrivare alla verità». Il consulente dovrà ricostruire le movimentazioni finanziarie  dei 29 condomini e dei conti intestati all'amministratrice. Per alcuni palazzi gli accertamenti vanno dal 2008 in poi, per altri a partire dal 2010 e per alcuni dal 2013 ad oggi. Il consulente avrà ampia facoltà di accedere a conti correnti bancari e postali, nonchè di effettuare verifiche con i fornitori dei condomini.
Con il provvedimento che accoglie l'accertamento tecnico preventivo vengono rigettate anche una serie di eccezioni sollevate dai legali che tutelano i condomini, compresa la ricusazione del consulente tecnico d'ufficio e la richiesta di integrazione del contradditorio rispetto ad altri condomini amministrati dalla Corazza. Respinta anche la richiesta di trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica: il giudice si è riservato la decisione all'esito della consulenza tecnica.
Santini è convinto che la Corazza riuscirà a dimostrare che si è trattato di un pasticcio contabile «temporaneo» e che sarà possibile far quadrare nuovamente i conti. Sostiene che gli ammanchi deriverebbero da un problema di natura contabile legato a una commistione tra i conti delle molte gestioni curate dalla Corazza. Con i fondi accantonati da alcuni condomini avrebbe pagato i fornitori di altre palazzine che avevano i conti a secco. Così facendo avrebbe generato una confusione contabile, in cui vanno tenuti conto i debiti maturati da alcuni condòmini morosi, i crediti del palazzo e gli stessi crediti della Corazza per compensi solo in parte percepiti. L'amministratrice sostiene di aver pagato bollette attingendo anche dai propri conti personali.
Sulla vicenda si sta muovendo anche la Procura, dove sono state depositate alcune querele. Gli inquilini dei palazzi chiedono alla magistratura di valutare ipotesi di appropriazione indebita, di truffa e di recuperare le ingenti somme di denaro che sarebbero sparite dai conti condominiali. Sugli accertamenti, affidati alla Guardia di finanza, per ora nulla trapela.
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