Presidenza di Ambiente Servizi, giochi già fatti: il centrosinistra ha la maggioranza e perde

Giovedì 17 Giugno 2021 di Alberto Comisso
La sede di ambiente servizi dove oggi si terrà l'assemblea

PORDENONE - Non c’è pace per Ambiente Servizi.

La società a partecipazione pubblica, con sede a San Vito al Tagliamento, che si occupa della raccolta dei rifiuti solidi urbani, finisce ancora una volta nella bufera. Oggi i sindaci dei comuni soci saranno chiamati ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione, vale a dire presidente e quattro consiglieri. Non ci saranno sorprese o importanti decisioni da assumere: tutto, infatti, è stato già deciso con anticipo. I sindaci, di fatto, saranno soltanto chiamati a prendere visione di un Cda per il quale, almeno a sentire Marco Putto, primo cittadino di Azzano Decimo, comune che in quanto a quote è secondo soltanto a San Vito, non c’è stata alcuna condivisione di fondo.


LA DECISIONE
Renato Mascherin, già presidente del Consorzio Ponterosso di San Vito, sarà anche alla guida della società di raccolta rifiuti. Due i consiglieri che, dopo aver rassegnato le dimissioni il mese scorso, tornano in corsa. Si tratta di Stefano Bit (vicepresidente), indicato dalla Lega, e Franca Tomè (Fratelli d’Italia). La novità è rappresentata dall’ingresso nel Cda di Laura Borin, dirigente scolastica, la cui nomina arriva da Sacile dov’è in corso un tentativo di fidanzamento politico (in vista delle prossime elezioni amministrative) tra Lega e Forza Italia, e dell’imprenditore casarsese Francesco Francescut. Su quest’ultimo avrebbe scommesso Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico. Un Consiglio di amministrazione quasi completamente sbilanciato verso centrodestradestra.


L’OPERAZIONE
Un’operazione che, se analizzata nel suo insieme, scontenta – e non poco – i sindaci di quei comuni di centrosinistra che detengono in Ambiente Servizi il 56 per cento delle quote. Quindi la maggioranza. Un qualcosa di intollerabile per Marco Putto che, è indubbio, oggi pomeriggio farà sentire la sua voce durante l’assemblea intercomunale convocata per le 17. Il suo bersaglio è Antonio Di Bisceglie, sindaco uscente di San Vito e presidente dell’assemblea stessa: «Ha una grave responsabilità politica su quanto sta accadendo in Ambiente Servizi. Nel tentativo di escludere i principali interlocutori, per rafforzare un feudo, una nicchia di potere, ha favorito dialoghi soltanto parziali. Quello che è peggio – lamenta – è che ha tagliato fuori i sindaci della sua stessa area politica, quella del centrosinistra. Ha svenduto il Cda al centrodestra, quando i comuni di centrosinistra detengono il 56 per cento delle azioni in Ambiente Servizi». E’ la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Putto e Di Bisceglie, che mai si erano scontrati negli ultimi quattro anni, sono ora arrivati alla resa dei conti. Se il sindaco di San Vito ha escluso quello di Azzano dal tavolo delle trattative, quest’ultimo non gliele ha mandate a dire: 
«Tra qualche mese non sarà più alla guida del suo comune. Credo, per come si sta comportando, che nessuno ne sentirà la mancanza». Putto, questa volta, avrebbe voluto che a decidere il futuro della società a partecipazione pubblica fossero i sindaci dei comuni soci, non i partiti e tanto meno soggetti terzi. Appelli al dialogo che, evidentemente, non sono stati accolti se tutto, o quasi, è stato deciso nella stanza dei bottoni. Il sindaco di Azzano avrebbe quindi auspicato che i nomi del Cda non venissero calati dall’alto ma fossero valutati, attraverso un lavoro di mediazione tra sindaci, in base anche alle effettive competenze dei singoli. Putto, che nell’ultima elezione di Gasparotto alla presidenza di Ambiente Servizi aveva fatto parte della cordata che si era schierata contro la sua ennesima nomina, questa volta sarebbe stato disposto a mantenere un profilo diverso.

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