Pestaggi in centro a Pordenone: il piano del prefetto Lione per bloccare i teppisti

La previsione dei Daspo Urbani, i fogli di via e gli avvisi orali del questore

Sabato 29 Aprile 2023
Rifugiato afghano, vittima di un pestaggio dei giorni scorsi in centro a Pordenone

PORDENONE - Dopo le botte, il pugno. Non tanto quello che sbatte sul piano del tavolo per destare i presenti, quanto quello figurato. Il pugno di ferro dell'intransigenza, delle misure severe, per riportare in carreggiata quello che al momento sembra essere fuori dai binari del tollerabile.
Ieri mattina il prefetto di Pordenone, Domenico Lione, ha chiamato tutti a raccolta per il fare il punto sulla sicurezza in città dopo il pestaggio di mercoledì sera tra piazzetta Cavour e via Mazzini quando un richiedente asilo afghano è stato ridotto ad una maschera di sangue.


COSA SUCCEDE ADESSO
«Sul versante degli interventi anticipatori e di contrasto - spiega una nota della prefettura dopo il vertice - si è convenuto con le Forze dell'Ordine di accentuare ulteriormente la pressione, proseguendo con l'applicazione delle misure di prevenzione quali gli avvisi orali e i fogli di via, nonché, nei casi in cui ne sussistano i presupposti, delle misure preventive previste dal decreto Minniti "a tutela della sicurezza delle città e del decoro", che consentono anche di vietare l'accesso a determinati luoghi agli autori di condotte illecite».

Insomma, non solo avvisi orari e fogli di via ma anche Daspo (divieto di partecipazione alle attività sportive) urbani. Zone della città precluse a chi combina guai e attira su di sé le forze dell'ordine. Prima di firmare i provvedimenti amministrativi bisogna però ricostruire cosa c'è dietro i pestaggi e chi sono i responsabili. Individuare, insomma, non soltanto i responsabili, ma anche le ragioni di quanto avvenuto.


NEL FRATTEMPO
Il clima non è però sereno e la frequenza con cui sono avvenute aggressioni e pestaggi negli ultimi mesi indica che non è questo il momento di abbassare la guardia. Il vice questore vicario, il comandante provinciale dei carabinieri, il comandante provinciale della Guardia di finanza, il comandante della polizia Locale di Pordenone, in stretto contatto con il sindaco Ciriani (impegnato anche con il Consiglio) hanno quindi messo a punto la strategia per le prossime settimane. «Si è concordato di proseguire gli sforzi corali per mantenere e migliorare i livelli di sicurezza della città, innalzando ulteriormente le barriere protettive a presidio della legalità, con un'intensificazione della presenza visibile delle Forze dell'Ordine e della Polizia locale nelle zone considerate maggiormente strategiche e attrattive come luoghi di aggregazione». Barriere protettive, recita la nota: un chiaro segnale di come, anche il lessico delle istituzioni, si sia adeguato alla severità della situazione.
«Sotto un profilo operativo -spiegano, ancora dalla prefettura - verranno riproposti ed rafforzati i controlli coordinati sul territorio attuati in modo incisivo dalle Forze dell'Ordine in sinergia con la Polizia Locale, così da presidiare in modo continuativo le aree maggiormente interessate dal fenomeno, per prevenire ed intercettare situazioni di possibile tensione che possano degenerare in episodi criminali e turbare la tranquillità del capoluogo». Mercoledì l'aggressione sarebbe avvenuta alle 19, orario del cambio turno dei vigili urbani, hanno spiegato il giorno dopo dal Comune. Un colpo di fortuna da parte del gruppetto (lo stesso che era stato visto nei pressi del pestaggio a colpi di spranga al parco Querini a Febbraio). Un margine che però non può durare a lungo. A combattere le scorribande, infatti, c'è un piano preciso, messo a punto per evitare sbavature e, soprattutto, evitare che una serie di episodi finiscano per diventare la prassi o peggio ancora il detonatore di una situazione che ha già mostrato il suo potenziale esplosivo.


LA RISPOSTA
Un pugno di ferro, insomma, come da più parti era stato chiesto. Strutturato su più livelli e su più fasi, che parte dalla prevenzione e prende in seria considerazione la repressione. Qualcosa che supera l'annuncio del giro di vite (e della tolleranza zero) proprio perché basato su un piano concreto di priorità.

Ultimo aggiornamento: 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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