Non serve andare così indietro nel tempo. Basta riavvolgere il nastro a circa dieci giorni fa. Pronto soccorso di Pordenone, un ordinario momento di affollamento.
LA CORNICE
In provincia di Udine si parla di più di 100 segnalazioni di aggressioni (perlopiù verbali) negli ultimi cinque mesi di rilevazioni. È di metà agosto, invece, il caso del medico insultato con parole pesanti a sfondo razziale a Lignano. Un bollettino di guerra quotidiano che vede gli operatori sanitari sempre più indifesi di fronte alla rabbia crescente dei pazienti in attesa al Pronto soccorso. Un allarme spesso inascoltato dalle autorità pubbliche, ma che risulta particolarmente sentito e grave all’interno degli ospedali. Gli infermieri, all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, sono stati anche presi a pugni. Lo riferiscono sempre fonti autorevoli in seno all’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Tutto documentato e corredato da esposti ufficiali. Nulla è passato sotto traccia. Ma gli episodi continuano, come testimonia quanto è accaduto circa 10 giorni fa nel reparto di Pronto soccorso ai danni di un operatore sanitario. Non si contano nemmeno, invece, i casi di aggressione verbale. «Gli infermieri e i medici - si apprende - vengono insultati ogni santo giorno».
CONTROMISURE
A Udine, come riferisce il direttore generale Denis Caporale, «il posto di polizia dell’ospedale è fortunatamente vicinissimo al Pronto soccorso». A Pordenone, invece, si è deciso di rimediare con una certa urgenza. E lo certificano le parole pronunciate ieri dal direttore generale Giuseppe Tonutti. È lui, infatti, ad aver deciso di indire una gara d’appalto per dotare l’ospedale Santa Maria degli Angeli di un nuovo sistema di sicurezza. Il bando andrà alla ricerca di un servizio privato in grado di creare una “cintura” attorno ai luoghi sensibili del nosocomio. Giorno e notte. «Si parla di un sistema di sicurezza a tutto tondo - spiega lo stesso Tonutti -, che comprenderà anche una maggiore copertura rispetto al rischio di furti e di incendi. Ovviamente, però, i primi ad essere protetti saranno gli operatori sanitari del Pronto soccorso».
COME FUNZIONA OGGI
Intanto ci si deve per così dire arrangiare. Da ieri, ad esempio, i volontari ospedalieri della Croce Rossa sono impiegati a presidio dell’area di Pronto soccorso. Hanno il compito di segnalare eventuali intemperanze. Al loro fianco operano sempre i volontari dell’Avo. Di notte, invece, sono in azione le “ronde” della vigilanza privata. Il compito più duro, però, spetterà però proprio ai volontari della Croce Rossa, chiamati a un servizio extra che mai avevano svolto prima d’ora in ospedale a Pordenone. Il tutto in attesa della gara per la nuova sicurezza.
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