Terza corsia sulla A4: i rincari frenano il completamento dell'opera

Domenica 6 Marzo 2022 di Marco Agrusti
Terza corsia sulla A4: i rincari frenano il completamento dell'opera
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PORDENONE - Non è solo l'acciaio, che pur rappresenta l'elemento di preoccupazione numero uno nel paniere degli effetti scatenati dal conflitto tra Ucraina e Russia. Sono tutti i materiali legati all'edilizia a spaventare i mercati. E la guerra c'entra eccome, perché la crisi c'era già, ma ha subito un'impennata negli ultimi giorni. Con conseguenze che potrebbero minare anche la tabella di marcia di una delle opere più importanti del Nordest, che interessa allo stesso modo Friuli Venezia Giulia e Veneto: il completamento della terza corsia sull'autostrada A4.


L'IMPATTO

La riqualificazione della porta verso l'Est rischia di subire importanti battute d'arresto proprio a causa di una crisi che arriva dall'Europa orientale. I lavori per l'allargamento delle due carreggiate dell'A4, in particolare tra Alvisopoli e Portogruaro. A confermarlo è direttamente il presidente di Autovie, Maurizio Paniz: «I cantieri rischiano seriamente una serie di rallentamenti - ammette -, e questo può succedere perché vanno deserti tutti gli appalti».

Poi Paniz si immerge nei dettagli della crisi dei materiali, diventata quasi inaffrontabile dal momento dello scoppio del conflitto in Ucraina. «Il problema - aggiunge - non riguarda solamente la crisi dell'acciaio, ma l'aumento di tutte le materie prime legate al mondo dell'edilizia. E tutto questo è successo in tempi strettissimi».


IL QUADRO

Appalti deserti, acciaio che o non si trova o viene venduto a prezzi folli. Già a fine 2021 il gruppo Autovie era stato costretto a ritoccare la data di consegna finale della terza corsia (si intende in questo caso il completamento dell'opera, con la realizzazione dell'allargamento anche tra Portogruaro e San Donà di Piave), spostandola almeno al 2026. Ma l'imprevedibilità di una guerra che ha fatto schizzare ancora di più verso l'alto il costo dei materiali (senza contare l'arresto delle forniture dalla Russia e dall'Ucraina), rischia ora di prorogare anche i termini dei lavori in corso, cioè quelli concentrati attorno al nodo di Portogruaro e alla connessione con il tratto già completato che si estende dal confine con il Friuli Venezia Giulia e lo svincolo di Palmanova, in provincia di Udine e in corrispondenza della biforcazione che segna il chilometro zero dell'autostrada A23 Palmanova-Tarvisio.


LE OPERE IN FVG

Il rincaro dei materiali e l'effetto booster della guerra tra Russia e Ucraina fanno suonare l'allarme anche in Friuli Venezia Giulia, dove un'opera strategica vince per importanza sulle altre. Si tratta del nuovo ponte stradale sul Meduna, lungo la strada statale Pontebbana, la più trafficata della regione. L'opera, che vale circa 25 milioni di euro ma che già con i rincari di fine 2021 sarebbe schizzata oltre quota 30 milioni, al momento è ferma alla fase di progettazione. E a pesare in questo caso non ci sono solamente i rincari legati alla crisi dell'acciaio. «A preoccuparci - spiega infatti Cristina Amirante, assessore all'urbanistica del Comune di Pordenone (dove insisterà il manufatto) - è allo stesso modo la situazione legata ai carburanti e all'asfalto». Si pensi non solo al manto stradale, ma anche alla necessità dei mezzi d'opera di rifornirsi con i costi attuali. «Ampliando il ragionamento - prosegue sempre l'amministratrice del Friuli Occidentale - rischiamo di andare incontro ad un anno intero praticamente senza asfaltature». Gli ultimi calcoli, riferiti proprio ai materiali bituminosi, parlano di un'impennata dei prezzi del 117 per cento. Insostenibile.

Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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