Zanardi, inchiesta sulle misure di sicurezza

Martedì 23 Giugno 2020 di Michela Allegri
Zanardi, inchiesta sulle misure di sicurezza

I controlli sulla strada e, soprattutto, la mancata valutazione della portata dell’evento sportivo. Ora la Procura di Siena, che indaga per lesioni gravissime sull’incidente che ha fatto finire in coma farmacologico il campione azzurro di handbike Alex Zanardi, e che ha già ascoltato quattro testimoni, sta facendo accertamenti sull’organizzazione della giornata Obiettivo Tricolore, ideata e promossa da “Obiettivo 3”, il progetto fondato da Zanardi stesso. Per prima cosa, il procuratore capo Salvatore Vitello e la pm Serena Menicucci hanno accertato che la staffetta non fosse una competizione sportiva. Un dettaglio non di poco conto, visto che agli atti non risultano autorizzazioni o permessi - necessari in caso di gare - chiesti dagli organizzatori - tra i quali ci sono lo stesso Zanardi e la moglie Daniela - alla Questura o ai Comuni del territorio senese, per prendere provvedimenti di sicurezza durante il passaggio della carovana di ciclisti disabili.

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Ed è proprio sulla questione “sicurezza” che è necessario fare chiarezza, anche perché la carovana è stata scortata da auto dei vigili urbani durante il tragitto. Per questo motivo i magistrati hanno sentito e continueranno a sentire i comandanti delle polizie municipali di Sinalunga, Torrita di Siena, Montepulciano e Pienza (è in quest’ultimo comune che si è verificato l’incidente). Ma ieri sono stati sentiti come persone informate sui fatti anche Marcello Bartolozzi, uno dei ciclisti, e l’assessore allo Sport di Sinalunga, Rosa Cottone.
 

I VIGILI
Un punto non è chiaro, per la Procura: perché, pur in assenza di richieste ufficiali, i vigili urbani hanno scortato i ciclisti? E ancora: chi li ha autorizzati potrebbe avere sottovalutato la portata dell’evento e i pericoli connessi? Dalle audizioni di ieri sarebbe emerso che, in realtà, la scorta era stata pensata più che altro come atto di cortesia verso un personaggio popolare, che per ragioni di viabilità.

Ieri mattina i primi testimoni si sono presentati nella caserma dei carabinieri di Montepulciano, che conduce le indagini. Il primo ad essere sentito è stato il comandante della municipale di Montepulciano, Luca Batignani. Poi è stata la volta di Bartolozzi, componente della staffetta e testimone dell’incidente. Per circa tre ore, ha ricostruito la dinamica dello scontro di Zanardi con l’autocarro che viaggiava in direzione opposta. Era subito dietro al campione azzurro ed è stato il primo a prestargli soccorso. Tra le cause dell’incidente, secondo la Procura, non ci sarebbe stata una distrazione da parte di Zanardi, da quanto risulta dalla visione dei filmati amatoriali acquisiti dagli inquirenti. E proprio per questo motivo a breve verrà disposta una perizia sulla handbike dello sportivo, per capire a quale velocità andasse il mezzo e se ci siano stati problemi meccanici che abbiano portato il campione a perdere il controllo della bici.

Nel pomeriggio le audizioni si sono spostate in Procura, dove i magistrati hanno sentito, sempre come persona informata sui fatti, l’assessore Cottone, di Sinalunga, il comune di partenza della corsa. Anche in questo caso i pm hanno voluto sapere di eventuali permessi e predisposizione di piani per la sicurezza della circolazione in occasione della staffetta. Poi è stato il turno del comandante della municipale di Sinalunga, Fabrizio Giannini.

«Durante l’evento circolavano le auto, ma non significa che ci fossero pericoli - ha detto Giannini lasciando la Procura - La carovana è transitata senza dare problemi di nessun genere. Per quanto ci riguarda l’abbiamo gestita come a Pienza: avevamo una macchina che faceva da scorta e abbiamo accompagnato i partecipanti fino al luogo in cui si svolgeva una cerimonia. Ognuno dei ciclisti teneva la sua corsia di marcia: normalmente si fa così, non essendoci gara la manifestazione si svolge in questa maniera». Per ora l’unico indagato è l’autotrasportatore Marco Ciacci, 44 anni, residente a Castelnuovo Berardenga. Guidava l’autocarro con cui si è scontrato Zanardi.

«L’iscrizione è un atto dovuto», ha spiegato il procuratore capo Salvatore Vitello. «Quello che è accaduto fa male, non si vive, non si dorme la notte», ha invece detto, con la voce spezzata dal pianto, Ciacci, che ha anche scritto una lettera ai familiari del campione.

Ultimo aggiornamento: 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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