Padova. Dalla Vecchia, musica per essere più vicino a Dio. Le iniziative per i 100 anni dalla nascita

E' stato tra gli scopritori di Katia Ricciarelli e ha diretto il Conservatorio di Padova a più riprese

Domenica 5 Febbraio 2023 di Sofia Teresa Bisi
Wolfango Dalla Vecchia, le iniziative per i 100 anni dalla nascita

PADOVA - Lungimirante, visionario e creativo: Wolfango Dalla Vecchia è stato una delle figure di spicco della musica e della cultura italiane per la seconda metà del Novecento, un appassionato della trasversalità dei saperi e della creatività. Prendono il via in questi giorni le iniziative per ricordare il centenario dalla sua nascita, avvenuta il 5 febbraio 1923 a Roma. Rimasto orfano giovanissimo della madre, è passato alle cure della zia materna a Padova, rimasta sempre la sua città: nella città del Santo ha studiato letteratura latina con Concetto Marchesi conseguendo il dottorato in filosofia nel 1945. Dalla Vecchia ha compiuto gli studi di organo con Fernando Germani e di composizione con Goffredo Petrassi, diplomandosi a Roma nel 1948; di Petrassi, in quello stesso anno, eseguì la prima assoluta degli Inni Sacri per organo, tenore e baritono. È stato docente d'organo e di composizione nei Conservatori di Bologna, Bolzano, Venezia e Padova. Ha diretto il Conservatorio di Padova a più riprese. La prima volta dal 1956 al 1962; la seconda tornata dal 1971 al 1973. È stato tra i fondatori del Centro di Sonologia computazionale dell'Università di Padova e direttore dell'Istituto musicale Canneti di Vicenza, divenuto poi grazie a lui il conservatorio Pedrollo.

Il successo

Negli anni Settanta ha dato impulso in Veneto a Seminari internazionali di studi e ricerche sul linguaggio musicale, con la partecipazione di Luciano Berio, Brian Ferneyhough, Mauricio Kagel, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen. Nel 1985 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nominò Commendatore e nel 1988 gli fu conferito il Premio San Vidal a Venezia per meriti nel campo della spiritualità. È stato tra gli scopritori del talento di Katia Ricciarelli, cui, come presidente di giuria a un concorso a Venezia, attribuì la lode, intuendone le future possibilità come interprete. È scomparso il 7 dicembre 1994.

Le iniziative

L'orchestra I Solisti Veneti, con cui aveva instaurato una solida collaborazione e che aveva eseguito molti lavori di Dalla Vecchia gli dedicherà alcuni eventi musicali durante il 2023.

Dal suo catalogo di 62 opere, nel mese di marzo prenderà il via la prima edizione di sette opere: la trascrizione per organo della Sonata sopra Santa Maria, tratta dal vespro per la beata Vergine; un Salve Regina per voce e tastiera del 1964; la riedizione dell'organico di voce e archi della Lauda alla Madonna; l'Inno a Cristo su testo della poetessa padovana Evelina Bazzanello; Rond'Elio per clarinetto, dedicato a Elio Peruzzi; Duo in dò per flauto solo, dedicato ad Angelica Celeghin; Mini concerto per due micro-violinisti, un'opera semplice, composta nel 1978 a scopo didattico. Fino ai primi anni Novanta, Wolfango Dalla Vecchia sono le parole di Michele Armelin, titolare dell'omonima casa editrice musicale padovana pubblicava con le edizioni Zanibon, che poi è stata venduta a Ricordi. «L'ho voluto inserire tra 40 musicisti locali - compositori non viventi degli ultimi 5 secoli - di cui sto curando le edizioni, per implementarne la conoscenza e la divulgazione».

Le testimonianze

«Mio padre - sottolinea il figlio Giovanni - scriveva per passione, non per la fama. Il suo repertorio più celebre è quello organistico, apprezzato ed eseguito in area mitteleuropea. Michael Radulescu, quando insegnava a Vienna, promuoveva lo studio del suo Adagiosissimo. Molti poi i Conservatori del nord-est italiano che lo ricordano con tanta stima, perché aveva contribuito alla loro evoluzione accademica da istituti pareggiati».
«Dalla Vecchia - ricorda Marco Peretti, autore del libro Wolfango Dalla Vecchia - Stringendo alla musica il tempo è un personaggio poliedrico, con una cultura in tanti campi dello scibile. La sua opera non ha solo la veste del diletto, ma sa rivelare quanto di profondo esiste nella musica e sa esprimere concetti troppo ardui per le parole». 

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