PADOVA - Lungimirante, visionario e creativo: Wolfango Dalla Vecchia è stato una delle figure di spicco della musica e della cultura italiane per la seconda metà del Novecento, un appassionato della trasversalità dei saperi e della creatività. Prendono il via in questi giorni le iniziative per ricordare il centenario dalla sua nascita, avvenuta il 5 febbraio 1923 a Roma. Rimasto orfano giovanissimo della madre, è passato alle cure della zia materna a Padova, rimasta sempre la sua città: nella città del Santo ha studiato letteratura latina con Concetto Marchesi conseguendo il dottorato in filosofia nel 1945. Dalla Vecchia ha compiuto gli studi di organo con Fernando Germani e di composizione con Goffredo Petrassi, diplomandosi a Roma nel 1948; di Petrassi, in quello stesso anno, eseguì la prima assoluta degli Inni Sacri per organo, tenore e baritono. È stato docente d'organo e di composizione nei Conservatori di Bologna, Bolzano, Venezia e Padova. Ha diretto il Conservatorio di Padova a più riprese. La prima volta dal 1956 al 1962; la seconda tornata dal 1971 al 1973. È stato tra i fondatori del Centro di Sonologia computazionale dell'Università di Padova e direttore dell'Istituto musicale Canneti di Vicenza, divenuto poi grazie a lui il conservatorio Pedrollo.
Il successo
Negli anni Settanta ha dato impulso in Veneto a Seminari internazionali di studi e ricerche sul linguaggio musicale, con la partecipazione di Luciano Berio, Brian Ferneyhough, Mauricio Kagel, Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen. Nel 1985 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nominò Commendatore e nel 1988 gli fu conferito il Premio San Vidal a Venezia per meriti nel campo della spiritualità. È stato tra gli scopritori del talento di Katia Ricciarelli, cui, come presidente di giuria a un concorso a Venezia, attribuì la lode, intuendone le future possibilità come interprete. È scomparso il 7 dicembre 1994.
Le iniziative
L'orchestra I Solisti Veneti, con cui aveva instaurato una solida collaborazione e che aveva eseguito molti lavori di Dalla Vecchia gli dedicherà alcuni eventi musicali durante il 2023.
Le testimonianze
«Mio padre - sottolinea il figlio Giovanni - scriveva per passione, non per la fama. Il suo repertorio più celebre è quello organistico, apprezzato ed eseguito in area mitteleuropea. Michael Radulescu, quando insegnava a Vienna, promuoveva lo studio del suo Adagiosissimo. Molti poi i Conservatori del nord-est italiano che lo ricordano con tanta stima, perché aveva contribuito alla loro evoluzione accademica da istituti pareggiati».
«Dalla Vecchia - ricorda Marco Peretti, autore del libro Wolfango Dalla Vecchia - Stringendo alla musica il tempo è un personaggio poliedrico, con una cultura in tanti campi dello scibile. La sua opera non ha solo la veste del diletto, ma sa rivelare quanto di profondo esiste nella musica e sa esprimere concetti troppo ardui per le parole».