Febbre del Nilo non si ferma: padovana la sesta vittima veneta

Domenica 26 Agosto 2018
Febbre del Nilo non si ferma: padovana la sesta vittima veneta
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PADOVA - La Febbre del Nilo fa una nuova vittima, si tratta di un padovano di 91 anni. Così salgono a sei i veneti che hanno perso la vita a causa del virus. L'opposizione in Consiglio regionale del Veneto, per voce di Claudio Sinigaglia (Pd,) aveva mosso precise critiche contro la maggioranza per un intervento tardivo e per una sottovalutazione del problema. Ma non si è fatta attendere la replica dell'assessore veneto alla Sanità Luca Coletto.

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«Anche sulla West Nile c'è chi in queste ore ha perso una preziosa occasione per stare zitto. A tutt'ora mi risulta che il Veneto sia l'unica Regione a essersi mossa in maniera massiccia e organica, prima con il coordinamento  della prevenzione iniziato mesi fa, poi con il monitoraggio del fenomeno, quindi con un intervento importante, finanziando la disinfestazione. Il giochino del non hai fatto niente e del comunque se hai fatto non va bene è puerile. I veneti hanno un governo regionale serio, e si meriterebbero anche un'opposizione un po' più seria». Poi Coletto prosegue: «Siamo intervenuti tempestivamente non appena il monitoraggio della situazione ha indicato la necessità di farlo, e a fronte delle richieste di aiuto di molti Comuni, abbiamo programmato un intervento straordinario stanziando il necessario e un'azione sistemica per il futuro. Non va dimenticato che le norme nazionali - specifica - incaricano i Comuni, e non le Regioni, a compiere le disinfestazioni. Ciò nonostante, di fronte a una situazione eccezionale, abbiamo fatto uno sforzo eccezionale».
IN ARRIVO ALTRI VIRUSMa non solo il West Nile virus, anche altre malattie finora confinate in paesi esotici si stano affacciando in Europa, spinte dai cambiamenti climatici che rendono il continente sempre più adatto ai loro vettori. L'allarme arriva da diversi esperti sul Guardian: l'enorme aumento dei casi di Febbre del Nilo visto finora è un campanello d'allarme. In Europa, spiega Jan Semenza dell'Ecdc, sono sempre più frequenti periodi di alte temperature seguite da piogge, condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare. «Siamo tutti un po' sorpresi dalla velocità con cui questi cambiamenti stanno avvenendo», afferma. «Zanzare e zecche sono animali a sangue freddo e sono influenzati dalle temperature. Ad alte temperature si riproducono più velocemente, e questo avviene anche per i patogeni che portano».
Oltre al West Nile, che si sta facendo sentire anche in Italia, gli esperti hanno registrato quest'anno un aumento delle encefaliti da zecche in Europa centrale e meridionale.

Lo scorso anno proprio il nostro paese, insieme alla Francia, è stato colpito da un'epidemia di Chikungunya, virus che insieme a Zika potrebbe diventare sempre più frequente perché può essere trasmesso anche dalla zanzara tigre. Dagli aeroporti di Roma e Milano, sottolinea uno studio di Semenza, passa metà dei passeggeri diretti in Europa provenienti dai paesi in cui la dengue, la cui zanzara vettore però non è presente nel paese, è endemica. Il problema, spiega Diarmid Campbell-Ledrum dell'Oms, riguarda anche i paesi del nord del continente.

Ultimo aggiornamento: 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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