West Nile, l'autopsia sull'83enne confermerà se si tratta della prima vittima di Febbre del Nilo di quest'anno

Un paziente migliora ma l'allarme non cessa. Alta l'attenzione anche sul fronte del vaiolo delle scimmie che nel Padovano conta 15 contagiati

Lunedì 18 Luglio 2022 di Elisa Fais
La terapia intensiva

PADOVA - Non si spegne l'allarme legato alle zanzare, che in questi ultimi giorni attraverso la puntura hanno trasmesso malattie virali molto gravi per l'uomo. È fuori pericolo di vita il paziente assistito all'ospedale di Schiavonia, risultato positivo al virus West Nile. Il 73enne, residente nella Bassa Padovana, il 6 luglio scorso è stato ricoverato d'urgenza al Madre Teresa di Calcutta in stato confusionale con febbre, cefalea e intorpidimento. Sintomi che, a seguito di un'approfondita analisi, hanno poi portato alla diagnosi di encefalite.

Risultato positivo alla febbre del Nilo, l'uomo è stato intubato in terapia intensiva. Dopo oltre dieci giorni di rianimazione, ieri il 73enne è stato trasferito in un letto di degenza ordinaria in reparto per consentire la stabilizzazione delle sue condizioni e la completa ripresa, prima della dimissione definitiva.

La vittima di West Nile

Non ha avuto scampo, invece, l'uomo di 83 anni residente a Piove di Sacco, morto venerdì sera nell'ospedale della cittadina della Saccisica, dove era stato ricoverato per una violenta forma di encefalite. Anche lui era positivo al West Nile e, se l'autopsia in programma in queste ore dimostrerà che la morte è stata causata dal virus, sarà la prima vittima in Italia dal 2020. Nel frattempo l'Ulss 6 tiene alta la guardia, rinnovando l'invito ai cittadini a proteggersi con i repellenti e a controllare gli ambienti di vita.

E poi c'è il Toscana virus

C'è poi un terzo caso accertato di West Nile nel Padovano. Si tratta di un donatore di sangue asintomatico, anch'egli residente nel Piovese. L'uomo, sabato 9 luglio, ha scoperto di essere positivo alla febbre del Nilo attraverso i test di laboratorio che vengono effettuati nei campioni di sangue per verificarne la sicurezza. Rimane in condizioni critiche, ma stabili, il 62enne intubato in terapia intensiva a Piove di Sacco. Resta da verificare se il 62enne sia effettivamente positivo al West Nile, sono ancora in corso gli esami di laboratorio. In caso affermativo, potrebbe a quattro i contagi avvenuti nel Piovese. Il virus è veicolato dalle zanzare e non si trasmette da uomo a uomo. Al momento si ha a che fare con un campanello d'allarme, non un'emergenza, perché - ricordano le autorità sanitarie - la febbre del Nilo è un vero pericolo soprattutto per gli anziani o i pazienti debilitati da altre patologie. Quasi mai per i soggetti giovani o in salute, nei quali spesso il virus si presenta come asintomatico. Ma quest'estate, nel panorama delle malattie trasmesse dagli insetti, non c'è solo la West Nile. Ha fatto capolino anche il Toscana virus, che prende il nome della regione dove è stato isolato la prima volta all'inizio degli anni '70. Virus non molto conosciuto, viene trasmesso attraverso la puntura dei pappataci ed è associato a casi di meningite e di meningoencefalite nell'uomo. Da martedì scorso un 82enne di Teolo è ricoverato all'ospedale di Padova, assistito dal neurologo Paolo Gallo, colpito dal Toscana virus.

Il vaiolo delle scimmie

Nel frattempo cresce il cluster padovano legato al vaiolo delle scimmie, malattia trasmessa per contatto stretto da uomo a uomo, dal virus Monkeypox. Salgono a quindici i contagi, tutti maschi. Ha parlato della sua positività sul web, con l'intenzione di sensibilizzare, Mirco Costacurta, 31 anni, dottorando in Sociologia a Padova e da una decina d'anni attivista di Arcigay. «Purtroppo si è fatto avanti qualcuno che per qualche ragione ha giudicato il mio stile di vita, invitandomi a mettere ordine in ciò che faccio e chi frequento, facendo leva sul senso di colpa - scrive il giovane sul suo profilo social -. I giudizi possono far più male dei virus. Fortunatamente veniamo da 2 anni di pandemia da Covid-19 e da più di 40 anni con Hiv e sappiamo (o dovremmo sapere) che discorsi di questo tipo fanno più male che bene alla salute della persona e che l'astinenza non è la soluzione per eradicare le infezioni sessualmente trasmissibili. Sono invece da preferire la corretta informazione e la consapevolezza».

Ultimo aggiornamento: 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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