Voto in consiglio a Messina Denaro, indagini della Digos

Venerdì 12 Marzo 2021 di Marco Aldighieri-Nicoletta Cozza
Il consiglio comunale di Padova


PADOVA - Imbarazzo, pur con la certezza che l’autore non sia un “complice della mafia”. Sconcerto, perché non si aspettava proprio che il parlamentino che presiede da tre anni e mezzo finisse alla ribalta della cronaca per un episodio così increscioso. Ma anche dispiacere, per “l’errore” commesso da un collega. Giovanni Tagliavini, numero uno del consiglio comunale mai avrebbe ipotizzato che nella votazione a Palazzo Moroni per la nomina del garante dei detenuti qualcuno indicasse il nome del boss Matteo Messina Denaro. Un caso spinoso e inquietante che nel frattempo è finito sul tavolo del procuratore capo Antonino Cappelleri: gli uomini della Digos, infatti, proprio ieri mattina hanno depositato una dettagliata relazione sull’episodio. Non è invece ancora giunto, almeno per ora, nessun esposto al quarto piano del palazzo di giustizia. Al momento non è stata vagliata alcuna ipotesi di reato. E sarebbe stato anche individuato l’autore della “bravata”, ma per avere certezza sulla sua identità dovrebbe essere disposta una consulenza calligrafica sulla scheda elettorale, che però non può essere effettuata in assenza di un’indagine penale. La scritta in stampatello è stata vergata con una grafia ferma, senza incertezze da parte di chi stava facendo un gesto eclatante e quasi sicuramente premeditato, con le lettere riportate esattamente entro la riga prestampata, proprio come se si trattasse del nominativo di uno dei candidati effettivi. 

LE CONSIDERAZIONI
Tagliavini, quindi, nel fare il punto sulla situazione, spiega: «In questo momento si sta cercando di approfondire con la massima attenzione ogni aspetto, ai fini della presentazione di un esposto e per capire eventualmente quale reato possa essere ravvisato. E nel caso in cui ce ne fosse uno perseguibile, la Procura potrebbe disporre un approfondimento calligrafico. Il Comune, essendo il voto segreto, non ha poteri per fare verifiche. Ci sono implicazioni istituzionali, politiche e giuridiche molto gravi e ritengo che l’autore non si sia reso conto delle conseguenze che avrebbe provocato. Ho preso contatti con il presidente nazionale dei garanti Marzio Palma, con quello regionale Mirella Gallinaro, oltre che con il referente regionale di Libera, Roberto Tommasi, esternando loro il mio rincrescimento e l’auspicio che il responsabile avvii una riflessione su di sè, per capire la sua adeguatezza rispetto alla carica che ricopre». Il presidente, poi, ha aggiunto: «Però, anche nelle circostanze più problematiche va valorizzato un segnale positivo e cioè che nel luglio scorso il regolamento sul Garante era stato approvato all’unanimità dalle forze politiche presenti all’assise». Quanto poi all’identità del consigliere, Tagliavini ha osservato: «Di fronte a fatti gravi è opportuno contenere la reazione emozionale e cercare invece di capire il perché di questa scelta. L’autore, magari tra un po’, farebbe bene a iscriversi a un’associazione di volontariato che opera in carcere: sarebbe questo un modo per riparare. Resta, comunque, la necessità di appurare le motivazioni di un gesto assurdo, anche se escluderei che il protagonista sia uno “sponsor” consapevole della mafia e lo voglio assicurare a tutela della collettività. Solo chi ha indicato Matteo Messina Denaro sa perché l’ha fatto e se è un errore rimediabile. L’episodio non deve ripetersi, perché il mandato politico va affrontato con serietà. Il nostro consiglio ha dimostrato di saper fare politica di alto livello e questo incidente auspico serva a sviluppare “anticorpi” per il futuro».
LE REAZIONI
Intanto i garanti comunali dei detenuti di Belluno, Rovigo, Venezia, Verona, Vicenza, e quello regionale dei diritti della persona, Mirella Gallinaro hanno espresso in una nota «amarezza per l’incredibile designazione». «L’episodio - sottolineano - che pure ha subito ricevuto la reazione bipartisan del consiglio comunale e su cui si è già espresso autorevolmente il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, lascia l’amaro in bocca.

Nell’esprimere la solidarietà al Comune di Padova per l’insulto istituzionale ricevuto, restiamo fiduciosi in una rapida presenza del futuro Garante patavino nel nostro coordinamento».

Ultimo aggiornamento: 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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