Abusi sessuali sulla paziente, cinque anni allo psicologo e psicoterapeuta

Mercoledì 18 Maggio 2022 di Luca Ingegneri
Violenza sessuale su una paziente, psicologo condannato (foto di repertorio)

PADOVA - Il racconto della vittima è credibile. Per il tribunale le violenze sessuali si sono effettivamente consumate. Cinque anni e sei mesi di reclusione. Questa la sentenza di condanna pronunciata dai giudici dopo un'ora di camera di consiglio nei confronti dello psicologo e psicoterapeuta Giuliano Guadagni di 63 anni. Il professionista, difeso dagli avvocati vicentini Ivan Bottazzo e Giuseppe Fucito, è stato interdetto in perpetuo dalle funzioni di curatela e tutela in qualità di amministratore di sostegno e in generale da tutti i pubblici uffici. Vale a dire che non potrà più esercitare la sua professione. Il collegio presieduto da Nicoletta De Nardus ha sostanzialmente accolto le richieste della pubblica accusa, affidata al pubblico ministero Giorgio Falcone, che aveva concluso per una pena di sei anni di carcere.
Alla vittima, una paziente della comunità Casa mamma romana di via Citolo da Perugia, assistita dall'avvocato Alessandro Lombardo, è stato riconosciuto un risarcimento pari a 30mila euro.

LA VICENDA
Nel maggio 2018 la donna, oggi 47enne, era ricoverata nella comunità onlus Opera Magnificat Casa mamma romana. Era stata sottoposta a una serie di cure farmacologiche, ma doveva essere seguita anche da uno psicologo e psicoterapeuta. Così le era stato affiancato Guadagni per una serie di sedute. Nel frattempo alla paziente, proprio alla fine di quel mese, era stata cambiata la terapia farmacologica. Secondo l'accusa le nuove medicine le avrebbero giovato in termini di attenzione mentale. La donna sarebbe stata più vigile e più presente alla realtà. Il 31 maggio, dopo una visita con lo psicologo, sarebbe uscita da una stanza della clinica urlando e giurando di essere stata violentata. Poco dopo, con l'aiuto di una assistente, aveva chiamato la polizia per denunciare gli abusi sessuali. Erano immediatamente scattate le indagini. La 47enne aveva raccontato agli inquirenti di avere avuto diversi rapporti sessuali completi con Guadagni, quando non era in grado di capire cosa le stesse succedendo. Aveva poi consegnato agli investigatori un fazzoletto sporco dello sperma dello psicologo.

La successiva comparazione con il Dna dell'imputato ne aveva confermato l'attribuzione.

LA DIFESA
Fin dall'inizio lo psicologo Guadagni aveva proclamato la propria innocenza. Agli inquirenti aveva dichiarato di non avere mai sfiorato quella paziente. Non solo, aveva raccontato di essere stato incastrato dalla donna: a suo dire la paziente si era innamorata di lui senza essere corrisposta. Aveva inoltre spiegato di aver gettato in un cestino della clinica il fazzoletto sporco del suo liquido seminale. La donna lo avrebbe raccolto per architettare la sua vendetta. Guadagni aveva ammesso di essersi masturbato all'interno della comunità giustificando il suo gesto con una patologia da cui non riesce a guarire. I difensori dello psicologo si sono battuti strenuamente nel tentativo di ottenere l'assoluzione: hanno sottolineato come il loro assistito non abbia mai fatto pressione sui responsabili della comunità per effettuare delle sedute private con la paziente. Hanno poi riportato il racconto di una dipendente della struttura: secondo quest'ultima, durante tutte le sue visite, Guadagni sarebbe stato sempre accompagnato da un assistente e non sarebbe mai entrato da solo in una stanza con la paziente.
 

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