Scarcerato, pesta la moglie e le sabota l'auto: riportato in cella

Giovedì 18 Luglio 2019 di Marco Aldighieri
Scarcerato, pesta la moglie e le sabota l'auto: riportato in cella
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COLLI - Nemmeno il carcere lo ha persuaso a non perseguitare più la moglie. Appena uscito di galera ha proseguito nel picchiare e nel rendere la vita un inferno alla compagna. Tanto che il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare delle indagini, ne ha chiesto e ottenuto una nuova misura restrittiva ancora in cella a partire dallo scorso giugno. Inoltre il magistrato ha ordinato una perizia psichiatrica sull’italiano di 47 anni, perchè secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Abano avrebbe tenuto, in più occasioni,  comportamenti di una persona con problemi di salute mentale. L’episodio più grave è accaduto a marzo di quest’anno quando il padre di famiglia, S.G. residente in un comune dei colli Euganei, ha sfilato i bulloni delle ruote dell’auto della moglie.
I FATTI
Il 47enne dopo avere patteggiato la sue pena a due anni per il reato di atti persecutori ai danni della moglie e avere trascorso del tempo dietro alle sbarre di una cella, è tornato subito a rendere la vita un inferno alla compagna. Era marzo di quest’anno quando l’uomo, durante la notte, ha danneggiato e imbrattato la macchina della moglie. Ma soprattutto ha sfilato i bulloni delle ruote dell’auto. Voleva fare avere alla donna un incidente stradale. Dopo questo episodio nel corso dei mesi il 47enne non ha mollato la presa e ha spedito una serie di messaggini con minacce e offese alla compagna. Non solo perchè in più di una occasione si è presentato a casa della moglie, anche nel cuore della notte, suonando il citofono per svegliarla. La donna, molto spaventata, ha presentato almeno un paio di denunce ai carabinieri e sono così scattate le indagini. Il sostituto procuratore, valutata la pericolosità della situazione, ha chiesto e ottenuto a giugno per S.G. un ordine di custodia cautelare in carcere per il reato di atti persecutori. 
IL PRECEDENTE
La fine della relazione con la moglie non è mai stata accettata dal 47enne e le sue esplosioni di violenza, anche davanti al figlio minorenne, sono iniziate nel marzo del 2018 fino al dicembre dello stesso anno. In più occasioni ha pestato la donna, l’ha minacciata di morte e l’ha offesa. Quindi l’ha tempestata di messaggini al cellulare, sempre imbottiti di frasi intimidatorie e piene di insulti. Quando i militari hanno effettuato una perquisizione nella sua abitazione hanno trovato e sequestrato un tira pugni un pugnale e uno storditore elettrico. Il 47enne, padre di famiglia, è stato arrestato. Attraverso il suo legale ha voluto patteggiare la sua pena a due anni, dimostrandosi anche pentito per quello che aveva fatto. Ma a marzo di quest’anno ha ripreso a perseguitare la donna. Senza sosta, assetato di vendetta per essere stato lasciato dalla moglie, non le ha dato tregua fino a quando a giugno è finito dietro alle sbarre per la seconda volta. Il magistrato, considerata la pericolosità dell’uomo, è stato costretto a chiedere e a ottenere una nuova carcerazione. Il pubblico ministero ha però anche chiesto una perizia psichiatrica sul 47enne. Il suo modo di agire potrebbe fare pensare a una persona con problemi di salute mentale e se questa ipotesi fosse confermata il suo posto non sarebbe una cella del Due Palazzi ma un Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), gli ex ospedali psichiatrici giudiziari.
Marco Aldighieri
Ultimo aggiornamento: 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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