Padova. Carenza di personale, vigili del fuoco pronti allo sciopero: «Siamo troppo pochi, non agiamo in sicurezza»

Martedì 15 Novembre 2022 di Luisa Morbiato
I sindacati dei vigili del fuoco in Prefettura

PADOVA - Si avviano a proclamare lo sciopero i vigili del fuoco del Comando cittadino. Il colloquio che i rappresentanti sindacali hanno avuto ieri alla presenza del prefetto, Raffaele Grassi, e del comandante Cristiano Cusin, non ha infatti ottenuto l'effetto sperato. All'incontro erano presenti con unità di intenti, tutte le sigle sindacali i segretari provinciali di Uil Pavf, Francesco Menelao, della Fns Cisl Roberto Galtarossa, Enrico Marchetto di Usb, Francesco Trolese di Conapo ed Ernesto Magliocchetti segretario regionale della Conapo. «Con la controparte non c'è stata nessuna apertura rispetto alle relazioni sindacali, noi non volevamo arrivare allo sciopero ma non vediamo altre strade, certo avremmo preferito il dialogo. Il prefetto invece ha dimostrato apertura sulla questione di carenza di organico - sottolinea Menelao - Padova opera al minimo degli operatori ossia 13 persone, tre delle quali restano nella sede e abbiamo una sola squadra tanto che a volte ci affiancano personale amministrativo in caso di emergenza».

«Se ci sono più interventi ci sono 5 unità per squadra supportata da 3 o 4 persone - aggiunge Galtarossa - questo porta a interventi che non sono in sicurezza e non diamo il servizio che dovremmo. A Padova la carenza di organico è più accentuata che in altri comandi. In pratica un turno deve operare su un bacino di circa 500mila abitanti facendo delle uscite con un massimo di 10 uomini». Sulla carenza di personale definita strutturale interviene Trolese. «Nei prossimi 2 anni ci saranno 32 colleghi che arriveranno all'età della pensione - spiega Trolese - ma, dalle scuole di formazione di Roma non arrivano nuovi vigili del fuoco. Per quanto concerne invece le relazioni sindacali il dirigente è completamente chiuso al dialogo cosa che non accade in nessun altro comando in Veneto o sul territorio nazionale».
«A Padova il dirigente decide tutto su tutto e poi ci comunica cosa verrà fatto - puntualizza Marchetto - ad esempio ha spostato 10 persone passandole a compiti amministrativi ma ci è stato comunicato solo dopo». I sindacalisti, come affermano unanimi, non intendono certo sostituirsi al comandante ma auspicano che la ricerca delle soluzioni ai problemi venga fatta dialogando fra le parti come non è accaduto finora, rilevando come non vengano coinvolti nemmeno negli spostamenti interni. «Il disservizio è generalizzato, siamo consapevoli che la carenza di personale si protrae ormai da tempo e non dipende dal dirigente ma siamo convinti che dialogando tutti insieme la situazione può migliorare - dichiarano all'unanimità i rappresentanti sindacali - ricordiamo che anni fa è stata aperta la sede di Abano ma il personale presente è stato trovato spostando una squadra da Padova.

Tutte situazioni che ci costringono ad operare negli interventi derogando alle norme previste del testo per operare in sicurezza. Ovviamente se scoppia un incendio in un'abitazione e si arriva in 3 invece di 5, non lasciamo bruciare la casa ma interveniamo subito a nostro rischio e assumendocene la responsabilità».

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