PADOVA - Sono più di 22mila i visitatori che hanno assistito a Sidera Aurea, lo spettacolo di videomapping che per un mese e mezzo ha illuminato d'arte e luce l'interno di Palazzo della Ragione. Una scommessa vinta per quello che è stato il più grande progetto di videomapping mai realizzato negli interni di un sito patrimonio mondiale dell'Unesco: la grande volta affrescata di Palazzo della Ragione è infatti una delle sale pensili più grandi (e antiche) al mondo. Le proiezioni di luci e suoni del videomapping erano già state protagoniste e lo sono tutt'ora sugli esterni dei principali monumenti del centro storico durante il Natale. Quest'anno però il progetto è entrato anche dentro a Palazzo della Ragione, ricco di affreschi. E l'idea di fondo era proprio dare vita alle pitture con la tecnologia moderna, secondo quell'Umanesimo digitale che vede la tecnologia raccontare la grande arte.
L'installazione è stata pensata per dare ai visitatori la sensazione di immergersi in un sistema fisico e astronomico, come all'interno di una gigantesca macchina del tempo, in un viaggio fra il presente e un magnifico passato, con una innovativa progettazione immersiva per far vivere i capolavori dei cicli affrescati del Trecento divenuti patrimonio Unesco nel 2021. «L'idea era far dialogare gli affreschi con opportunità offerte dalle nuove tecnologie - ha spiegato l'assessore alla Cultura, Andrea Colasio - Un racconto che partisse dalle tracce di Giotto per seguire poi le suggestioni astrologiche di Pietro d'Abano, due giganti dell'arte e della cultura, ricorrendo a un linguaggio nuovo e inedito. Odd Agency, anche grazie ad ampie licenze poetiche, ha tradotto la storia di questo luogo in uno spettacolo fatto di luci e suoni evocativi che ha sorpreso i tanti visitatori».
«Abbiamo avuto l'ambizione di ricostruire il dialogo fra le idee di Pietro d'Abano e le forme d'arte che da esse sono scaturite - aggiungono i creativi dell'agenzia - Attraverso l'emozione generata da un'esperienza, l'installazione ha cercato di restituire l'immenso patrimonio di storie e d'interrogativi che il Salone non smette mai di suscitare».