"Siamo prigionieri in casa per colpa degli spacciatori che ci minacciano"

Martedì 17 Novembre 2020 di Luisa Morbiato
Banda di spacciatori in via Dupré a Padova: foto scattata dai residenti
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PADOVA - La situazione di via Duprè nel quartiere Arcella, in particolare nel complesso di condomini “Le pietre” si aggrava ogni giorno di più. I residenti denunciano che gli spacciatori la fanno da padroni. Ormai temono anche solo di uscire di casa per evitare molestie e minacce. A questo si aggiunge anche il timore di contagio per l’emergenza Covid. 
LE TESTIMONIANZE
«Siamo al punto che si deve rimanere restare prigionieri nella propria casa per evitare di essere importunati e minacciati dagli spacciatori, sempre più giovani. Ho richiesto spesso l’intervento delle forze dell’ordine segnalando da ultimo anche il fatto che nel parco interno al complesso si creavano assembramenti ma, fino ad ora, ho visto un solo intervento e spesso sono stato rinviato alla Polizia Locale - racconta D.P.S. che abita nel complesso - Non si è superato solo il limite della decenza ma anche quello dell’indecenza. Comprendo che le forze dell’ordine rischiano una coltellata intervenendo contro questi gruppi di spacciatori che, anche se fermati, dopo poco tornano al loro posto, ma non è più tollerabile vivere in questo modo, si deve essere liberi di uscire di casa in tranquillità». 
Il residente considera inoltre che le regole sono fatte per essere rispettate da tutti e che servirebbe la certezza della pena. «Se questi ragazzi, in gran parte minorenni, si comportassero così nei loro Paesi di provenienza sarebbe già in prigione o punti in modo severo mentre da noi la legge permette queste situazione, in questo periodo ci sono anche le regole per combattere il contagio. Tutti le devono rispettare, non ci devono essere zone franche - continua - ci vuole più serietà e soprattutto maggiori controlli. La situazione non è più accettabile, i residenti hanno paura. Tutti noi viviamo nel disagio. Non si vedono interventi di qualsiasi tipo per migliorare la situazione, sono qui da circa tre decenni ma sto pensando di andarmene, anzi vorrei andarmene dal Paese ormai allo sbando». 
LA SITUAZIONE
Da tempo ormai i residenti nel complesso chiedono l’intervento non solo delle forze dell’ordine, ma anche dell’amministrazione.

Fin dal pomeriggio l’area è terreno di spaccio, una zona dove gruppi di stranieri si riuniscono, schiamazzano, litigano e spesso al mattino qualche residente deve anche ripulire il portico ed i vialetti interni dal sangue colato da qualche ferito. Le 125 famiglie che vi risiedono hanno anche attuato una raccolta di firme consegnate all’amministrazione illustrando come si vive a “Le Pietre”. «Quando la polizia passa sulla via si vedono gli spacciatori che scappano, ma sono anche altrettanto veloci a tornare - aggiunge I.I. - così non si può continuare ci si sente prigionieri. Loro devono fare il loro commercio e noi diamo fastidio. Personalmente ho ricevuto anche minacce perché mi sono trovata ad uscire di casa proprio durante una vendita. Sono arroganti, aggressivi sembra quasi che siamo noi gli intrusi, ormai stazionano qui a tutte le ore del giorno e oltre a spacciare lasciano rifiuti e lordume ovunque. Di recente è venuto l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina a incontrarci. Gli abbiamo spiegato la situazione, abbiamo sentito tante belle parole ma nulla è cambiato, anzi. Ci ha detto che dobbiamo riappropriarci degli spazi: in questa situazione ce lo spiega lui come fare?».

Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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