Via Bernina, denuncia in Procura: «Abbandonati al degrado»

Lunedì 20 Luglio 2020 di Isabella Scalabrin
Il recente blitz delle forze dell'ordine in via Bernina
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PADOVA - «Preme ringraziare sentitamente il questore di Padova, Isabella Fusiello, il vice-questore aggiunto Michela Bochicchio e tutte le forze dell’ordine, che hanno organizzato e condotto il blitz in via Bernina 18, giovedì 16 luglio: da tempo i residenti aspettavano un intervento interforze che verificasse la degradata situazione nella zona di via Bernina e via Fowst». A esprimere riconoscenza, i cittadini dello storico comitato di quartiere “Ansa Borgomagno”, i quali al contempo avvertono: «Anche altri problemi affliggono il rione», e annunciano che «una quarantina di residenti ha deciso di sottoporre alla Procura della Repubblica una denuncia-querela, sia per evidenziare quanto gli abitanti subiscono a causa di due ben noti speculatori immobiliari i quali, incuranti di tutto, hanno ridotto l’area nelle condizioni in cui versa, sia per verificare se qualcuno, informato dei fatti, abbia omesso di intervenire».
Gli abitanti del territorio compreso tra le vie Bernina, Fowst, Tunisi, Menini e Dalmazia, precisano in una nota che «in data 6 luglio 2020, l’avvocato Marco Locas, del foro di Padova, ha depositato presso la Procura della Repubblica la denuncia-querela, evidenziando in maniera scrupolosa tutte le problematiche sottese alla situazione delineatasi, e denunciando nella fattispecie i reati di omissione di atti d’ufficio (art. 328 c.p.), da parte della competente autorità amministrativa, e di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone (art. 659 c.p.), da parte di tutti coloro che, a vario titolo, occupano gli immobili adibiti a pubblico esercizio e/o altra attività nella zona di via Bernina».
I PROBLEMI
Il comitato esprime alcune considerazioni. La prima: «Le soluzioni-tampone adottate dalle amministrazioni, in alcuni casi avversate fin dall’inizio dai residenti in quanto ritenute, come i fatti hanno poi comprovato, inefficaci, se non dannose, hanno lasciato i problemi insoluti. Esempio: il “muro” di via Bernina ha sicuramente ridotto il traffico veicolare, però, isolando l’area, ha creato un ghetto ed è causa diretta dell’aggravamento dello spaccio in via Dalmazia». La seconda: «Oltre allo spaccio e agli atti vandalici, negli ultimi anni la situazione nel rione si è aggravata con l’insediamento di numerose associazioni religiose o sedicenti circoli culturali di “promozione sociale”, che procurano un grave disturbo della quiete pubblica con musica, canti, litanie, schiamazzi per svariate ore, soprattutto il sabato e la domenica”. La terza: «Non si contesta la libertà di culto, bensì il rumore dovuto alla collocazione delle numerose chiese, che a volte celebrano in contemporanea, e dei circoli in genere (tra cui il Maisha, sottoposto a ispezione anche nei giorni scorsi), in ex magazzini o locali adibiti ad appartamenti, tutti fatiscenti, con infissi vetusti, costruiti ad uso artigianale/commerciale, e situati a poche decine di metri dalle abitazioni».
LA CONCLUSIONE
In sostanza, «la querela – sostiene il comitato - si propone come extrema ratio, segnale evidente dell’esasperazione dei cittadini di fronte alla diffusa illegalità che imperversa nel rione». E conclude: «L’intervento del 16 luglio ha dimostrato, sebbene non ce ne fosse bisogno, che l’illegalità regna sovrana nell’area di via Bernina e di via Fowst e in altri capannoni dismessi presenti poco distante. Si chiede alle autorità cittadine di mettere fine a tale degrado e all’amministrazione comunale di iniziare ad interagire direttamente con i residenti allo scopo di risolvere i problemi, piuttosto che, come fatto fino ad ora, riferirsi ad associazioni o referenti i quali, non abitando nel rione, non possono comprenderne la complessità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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