"Vespe samurai" per la guerra alla cimice asiatica: lanciati i primi 110 esemplari

Venerdì 19 Giugno 2020 di Michelangelo Cecchetto
VESPA SAMURAI Rilasciati a Cittadella i primi 110 esemplari per la lotta alla cimice asiatica
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CITTADELLA - Il nome, Vespa Samurai, fa temere il peggio, ma nella realtà non ha nulla a che vedere con il pericoloso insetto del quale è decine di volte più piccolo. Non ha il pungiglione e non attacca certo l'uomo. A temerlo sono solo le cimici. Ieri a Cittadella nell'azienda agricola di Renato Santi di Confagricoltura, primo a coltivare in Italia dal 1984 il kiwi biologico, sono stati rilasciati i primi 110 esemplari di Vespe Samurai, capaci di distruggere le uova deposte dalle cimici, sulla parte inferiore delle foglie, bloccandone la proliferazione. Gli effetti si vedranno tra non meno di due anni. Ma l'importante è che sia stato dato il via alla campagna che ha visto la Regione del Veneto investire 4,5 milioni di euro. E' stato l'assessore regionale all'Agricoltura Giuseppe Pan a liberare i primi esemplari. Un'azione frutto di un lavoro di squadra da parte della Regione con il tecnici dei servizi fitosanitari e il Dipartimento Dafnae dell'università di Padova coordinato dal docente Alberto Pozzobon. Studi approfonditi cominciati in terra d'oriente dove per prima la cimice ha cominciato a produrre danni.

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«Capace di distruggere 106 specie vegetali tra le quali querce e pioppi - ha sottolineato Pan - Da oggi cominciano i rilasci che avverranno in tutto il territorio veneto suddiviso in aree per un totale di 350 mila Vespe Samurai che non fanno assolutamente male all'uomo nè agli animali. E' stato un percorso complesso dovuto anche ad un iter burocratico che ha visto tre decreti di altrettanti ministeri e quello finale del Presidente della Repubblica, ma ce l'abbiamo fatta. Ancora una volta la Regione è attiva nel sostegno al settore agricolo ed a fianco degli operatori». «Soddisfatti di aver tenuto a battesimo questa sperimentazione - le parole di Giordano Emo Capodilista vice presidente di Confagricoltura Veneto - con lui anche Michele Barbetta presidente di Confagricoltura Padova - Lo scorso anno i danni della cimice sono stati di almeno 100 milioni di euro. Il parassita amico impiegherà anni per sconfiggere la cimici, Stato e Regione devono continuare a rimanerci vicini». «Da quattro anni sto operando con la Regione. L'anno scorso ho perso il 70% della produzione coprendo solo le spese - ha detto Santi - le Vespe Samurai sono la nostra ultima speranza». Presente anche Matthias Peraro coordinatore dell'Alta di Confagricoltura, vari sindaci e amministratori comunali nonchè operatori del settore. Il secondo ed identico rilascio per quantità, nella tarda mattina nell'azienda agricola Barbona Chiesa di Antonio Quota a Barbona. Il presidente di Cia Padova Roberto Betto: «Ci siamo battuti nelle sedi più opportune per importare questo tipo di insetto, non autoctono, al fine di sconfiggere definitivamente un vero e proprio flagello: un intero segmento del comparto è stato messo in ginocchio».
Nel 2019 Cia Padova ha registrato danni fino all'80% ad alberi da frutto quali peri, peschi e kiwi. L'obiettivo a lungo termine è azzerare la presenza della cimice asiatica e, di conseguenza, salvare i raccolti. A stretto giro - continua Betto - arriveranno 40 milioni di euro per il 2020 e 20 milioni di euro rispettivamente per il 2021 e il 2022, quali ristori per le imprese agricole del Nord Italia maggiormente danneggiate: 300 nella sola provincia di Padova. Le richieste ad Avepa, massimale l'80% del danno ammissibile rilevato per l'attacco dell'insetto accertato dalle autorità. 
 

Ultimo aggiornamento: 14:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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