Spareggio per la A, il sindaco di Cittadella accusa: «A Venezia era tutto concesso»

Sabato 29 Maggio 2021 di Michelangelo Cecchetto
Festa per la promozione in A a Venezia, giovedì notte
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CITTADELLA - Impossibile ritornare indietro. Giovedì sera il sindaco di Cittadella, sugli spalti del Penzo assieme all'assessore allo sport Diego Galli, ha sperato fino all'ultimo in uno dei miracoli dei quali più volte il Cittadella è stato capace.

Non c'è stato. Se la serie A mai come questa volta è stata assaporata, proprio questo risultato svanito rafforza la convinzione che il traguardo storico si può ottenere.


PRIVILEGI

Ma oltre che sul risultato, Luca Pierobon ha un'altra recriminazione da fare: «Mi riferisco al tifo. Mi ha sorpreso, in negativo, che a Venezia si sia usato un peso diverso rispetto all'andata. Premetto che secondo me i tifosi, contingentati e in sicurezza, sarebbero potuti entrare allo stadio. A Cittadella niente maxi schermo in piazza e niente tifosi all'esterno del Tombolato. Quelli che ci hanno provato domenica sono stati allontanati. A Venezia, invece, per tutta la partita i sostenitori lagunari sono rimasti a tifare fuori dal Penzo e senza mascherine. Non mi risulta siano stati allontanati. In Italia le regole sono uguali o ci sono privilegi? Anche dentro lo stadio a Venezia c'era tanta più gente rispetto all'andata. Quindi ancora di più si poteva aprire ai tifosi. Per quanto riguarda il dopo partita, era impossibile non ci fosse nessuno che festeggiasse, lo abbiamo visto fare anche per altri trofei in queste settimane. È quindi comprensibile, seppure fuori dall'orario fissato per il rientro».
Insomma, senza tanti giri di parole, per il primo cittadino non ci sono state assolutamente le pari condizioni riguardo l'ordine pubblico. Quanto alla partita, Pierobon sottolinea: «Nel primo tempo il Cittadella ha surclassato il Venezia ed è apparso nettamente superiore. Ci aspettavamo una ripresa con lo stesso copione ed invece è diventata sofferenza perchè il Venezia si è chiuso e non ci ha lasciato giocare. Su quarantacinque minuti, di gioco effettivo ne saranno stati venticinque. Certo, tutto legittimo, lo si vede fare spesso in moltissimi campi, ma è un tipo di calcio che personalmente non condivido. Ne prendo atto. Negli ultimi minuti non si trovavano i palloni per la rimessa in campo».


ESEMPIO DA SEGUIRE

Poi aggiunge: «Il risultato non ci soddisfa se commisurato alla dedizione della famiglia Gabrielli, alla passione della città, al lavoro della società e della squadra, in particolare del capitano Manuel Iori che meritava di raggiungere, data la sua carriera, il massimo obiettivo. Detto questo il Cittadella ha dimostrato in questi anni un valore enorme. Una realtà sportiva in un paese di 20 mila abitanti che insegna anche all'estero come si fa il calcio. Si fa spendendo le giuste cifre, gestendo in modo oculato il budget senza fare debiti, valorizzando nuovi calciatori e promuovendo il settore giovanile. Un esempio da seguire. Tutto questo è dovuto alla famiglia, cominciando dalla linea data dal fondatore Angelo Gabrielli, al lavoro del direttore generale Stefano Marchetti, capace di scegliere i giocatori, e al contributo dell'allenatore Roberto Venturato. Cittadella non è quindi più una sorpresa, ma una realtà. Sulla carta certo quella di giovedì sera è una sconfitta, ma dobbiamo dire che nessuno avrebbe pensato all'inizio della stagione di arrivare alla finale».


L'AMPLIAMENTO

Doveroso a questo punto guardare avanti. Che per Cittadella vuole dire un progetto per l'ampliamento del Tombolato. «Investendo 1,2 milioni di euro verrà tolta la pista di atletica e creato un nuovissimo impianto attraverso un project financing - annuncia il sindaco - Il Tombolato verrà portato a 10 mila posti avvicinando le tribune Nord ed Ovest e creando la tribuna Sud. L'appuntamento con la serie A è stato solo rimandato».

 

Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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