Veneto da scoprire. La colombara che ha ispirato Ugo Foscolo e il cippo misterioso di Valsanzibio

Domenica 7 Maggio 2023 di Vittorio Pierobon
Veneto da scoprire

Tra quelle mura circa 200 anni fa ha vissuto - forse - anche Ugo Foscolo, durante il suo esilio sui Colli Euganei in fuga da Venezia, dopo che Napoleone l'aveva ceduta all'Austria. Siamo a Valsanzibio, il magnifico borgo dominato dall'imponente parco di villa Barbarigo, nella proprietà di Carlo Rocchi, illuminano mecenate che ha portato a nuova vita i ruderi di un millenario magazzino dei monaci di Paglia e l'adiacente "Colombara", la torre che un tempo veniva usata come ricovero dei piccioni viaggiatori e per allevare quelli destinati a finire in pentola.

LUOGO MAGICO

Con Rocchi, piccolo imprenditore che ha fatto le sue fortune realizzando macchine da scrivere in Braille, vendute in tutta Europa, facciamo un salto indietro nel tempo. «È stato amore a prima vista con questo luogo, che io considero magico.

La scintilla è scoccata una ventina di anni fa - racconta Rocchi, nato nel 1943 a Santa Maria di Sala, dove ha vissuto buona parte della sua vita - Ero andato in visita da alcuni amici a Vo', quando un po' per caso ho visto questo luogo. Intendiamoci, c'erano resti di abitazioni diroccate, più pietre che muri. Mi ha subito affascinato. Ho fatto un po' di ricerche e ho scoperto che quello era stato il magazzino del monastero di Sant'Eusebio, le cui rovine si trovano sullo sperone di roccia che sovrasta quest'area. Era un monastero che dipendeva dall'abbazia di Paglia e qui sorgeva il deposito dove venivano raccolte le "decime" che i contadini dovevano lasciare ai monaci. Olio, vino, mais, prodotti della terra. Era il tributo dovuto per poter coltivare i campi. Nelle mie ricerche all'Archivio di Stato di Padova sono riuscito a trovare un contratto del 1192 in cui i monaci davano in concessione l'uso di alcuni terreni e si faceva riferimento a questo sito. È questa la datazione certa più antica che ho trovato, ma l'edificio originario potrebbe essere anche più vecchio».

IL RESTAURO E IL CIPPO MISTERIOSO

Durante i lavori di scavo e restauro è stato rinvenuto anche un antico cippo. «Non è chiara la sua origine. I simboli incisi non sono riconducibili a qualcosa di certo. C'è una margherita che può far pensare a qualche ordine cavalleresco o ai templari, ma anche alla stessa abbazia di Praglia. Poi ci sono incise le lettere U e Y, sul cui significato non c'è certezza». Il recupero dei manufatti è stato interamente realizzato dallo stesso Rocchi con l'aiuto di un paio di operai. Un lavoro certosino che aveva come obiettivo il massimo riutilizzo del vecchio materiale, anche se ovviamente, l'edificio è stato attualizzato con i comfort del progresso. «Appena messa in sicurezza una piccola porzione dell'edificio mi sono trasferito a vivere qui - racconta - e ho ricomposto pezzo su pezzo il magazzino, diviso in varie stanze, e la torre Colombara. Tutti i lavori sono stati eseguiti a mano, ho mantenuto le volte originarie, che ho montato e smontato come si fa con i pezzi del Lego, ho recuperato le antiche travi. Ho chiesto l'autorizzazione per fare alcune modifiche interne per poter rendere la torre e il magazzino vivibili. Ho imparato sul campo, studiando su libri e manuali, le tecniche di restauro e costruzione. Però devo riconoscere che avevo sempre avuto questa passione: la grande abilità manuale è stata la fortuna della mia vita. Quella che mi ha permesso di mettere da parte i 900mila euro che poi ho speso per questo restauro».

LA MACCHINA DA SCRIVERE IN BRAILLE

La "ricchezza" a cui fa riferimento Rocchi è venuta da una sua "invenzione", il perfezionamento della macchina da scrivere in Braille, per produrre libri per non vedenti. «Ero stato assunto come operaio specializzato dall'ingegner Francesconi per lavorare all'ElettroBraille che realizzava il doppiatore, una macchina da scrivere che traduceva in Braille la scrittura normale. Alla sua morte ho proseguito l'attività modificando la macchina da scrivere in Braille, rendendola molto più veloce e soprattutto ho escogitato un metodo per stampare in Braille un foglio sul fronte e retro, cosa prima impossibile. Questo ha significato dimezzare il numero delle pagine dei libri in Braille, che prima erano dei tomi scomodissimi. Il generale Aramis Ammannato, dirigente dell'Unione italiana Ciechi, mi volle alla Biblioteca nazionale per ciechi di Monza, dove con i miei macchinari innovativi abbiamo potenziato la dotazione di libri in Braille. Ho girato l'Europa per presentare il mio metodo di scrittura velocissima. Poi sono tornato a Santa Maria di Sala e mi sono messo in proprio. Penso di aver venduto oltre 12mila dattilobraille».

IL NUOVO PROGETTO

Ora l'attività l'imprenditoriale si è molto ridotta. Rocchi ha ceduto l'azienda ad un amico con il quale, comunque, continua a collaborare. «Quando c'è da aggiustare una macchina chiamano ancora me». Il nuovo obiettivo è il decollo della Colombara. Dopo il recupero strutturale, Rocchi vorrebbe trasformarla in un centro di aggregazione culturale per gli abitanti di Galzignano, il comune di cui fa parte Valsanzibio, e di tutti i Colli Euganei. «Questo spazio è a disposizione, chiunque può venire a visitarlo e viverlo». E Ugo Foscolo? Certamente il grande scrittore e poeta, visse un breve ma intenso periodo sui Colli. E Jacopo Ortis, il personaggio di fantasia che, con un linguaggio moderno, potremmo definire l'avatar di Foscolo, scrisse molte delle sue "Ultime lettere" da queste terre. La stessa via dove si trova la Colombara un tempo si chiamava via Foscolo. Però Rocchi, non vuole "speculare" sulla possibile presenza del poeta. «Secondo le mie ricerche Foscolo viveva nei pressi del monastero di Sant'Eusebio, a poche centinaia di metri da qui. Ci sono pagine delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis" in cui la descrizione del paesaggio è identica a quello che c'è lì. Credo che Foscolo sia certamente passato anche sulle mie terre, ma non vi abbia risieduto. Certo tra queste pietre si respira qualcosa di difficile da descrivere. Sembra che abbiano un'anima. A volte mi sento anch'io un po' Jacopo Ortis».



(vittorio.pierobon@libero.it)

Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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