Vendemmia, i colli Euganei regalano 17mila ettolitri di vino Doc

Venerdì 24 Dicembre 2021 di Nicola Benvenuti
Vendemmia nei Colli Euganei

PADOVA - Una vendemmia di buon livello nel Padovano, dove trovano sempre maggior spazio le coltivazioni di uve di qualità, soprattutto nell’area dei colli Euganei con 17mila ettolitri di vino Doc imbottigliato nel 2021 fino a novembre, ma anche nel Conselvano dove si è affermato il Friularo di Bagnoli Docg, che nel 2020 aveva fatto registrare oltre 2mila ettolitri in bottiglia, dato che si spera potrà essere battuto a fine 2021.

I DATI
È quanto è emerso ieri mattina nell’incontro tra Regione, Veneto Agricoltura e Avepa, il Trittico Vitivinicolo Veneto.

Un vino, quello della nostra regione, che riscuote un grande successo e di cui è parte integrante anche la provincia di Padova con la zona euganea e il Conselvano a farla da padrone. Nel 2021 il vigneto veneto, 100mila ettari di vitigni Doc, Docg e Igt, ha prodotto 14 milioni di quintali di uva di alta qualità, pari a oltre 11,7 milioni di ettolitri di vino.

LA SODDISFAZIONE
«I quintali di uva raccolta quest’anno nella nostra regione – hanno ricordato Luca Furegon di Avepa e Nicola Barasciutti della Direzione Agroalimentare della Regione – sono stati poco più di 14 milioni, in linea con l’anno precedente, ma in crescita per le varietà di qualità. Sono invece 11.746.774 gli ettolitri di vino prodotto nel 2021 nel Veneto, di cui il 71% Doc, il 10,44% Docg e il 14,93% Igt, ovvero la quasi totalità della produzione regionale». Anche l’export di vino veneto sta andando a gonfie vele, visto che nei soli primi 9 mesi del 2021 le esportazioni hanno sfiorato 1,8 miliardi di euro, un valore addirittura superiore di quello registrato nell’intero 2019.


«Dal futuro incerto possono nascere straordinarie opportunità». È il messaggio lanciato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner. «Negli ultimi due anni abbiamo assistito a una forte alterazione delle dinamiche domanda-offerta del settore vino. Oltre a una sofferenza immediata, l’effetto più negativo è stata l’impossibilità di programmazione sul medio e lungo termine. Gli operatori hanno però dimostrato una grande capacità di adattamento alle mutate condizioni economiche e di mercato, dando prova di “resilienza”, anche mantenendo una corretta gestione dei volumi e delle richieste, concorrendo ad eliminare fenomeni speculativi e di riduzione della qualità del prodotto».
«Per affrontare le sfide del futuro – ha concluso Caner – in un settore strategico come quello vitivinicolo serve un pensiero globale: isolamento e indipendenza non pagano. Bisogna fare squadra tra i diversi elementi della filiera perché tutte le componenti possano essere riconosciute, attraverso un’equa distribuzione del valore aggiunto. Non dobbiamo avere paura di puntare in alto».
 

Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci