Caccia alla variante Delta: positive quattro studentesse padovane rientrate da Barcellona

Mercoledì 7 Luglio 2021 di Alda Vanzan
Tamponi al rientro dalle vacanze
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PADOVA -  La Regione del Veneto dichiara caccia alla variante Delta. Nel giorno in cui a Padova sono stati accertati 4 nuovi casi di contagio - tutte giovani ragazze che erano state in vacanza a Barcellona, nessuna di loro vaccinata - Palazzo Balbi ha presentato un nuovo Piano di sanità pubblica. «Il primo del genere in Italia», ha puntualizzato il governatore Luca Zaia, spiegando che è prevista non solo l'estensione dei tamponi a più gente possibile, ma anche la vaccinazione delle persone che hanno avuto contatti con chi ha contratto il Covid nella temibile, perché contagiosissima, variante Delta. Tamponi e vaccini ovviamente non saranno obbligatori, ma la Regione punta sul fattore paura: se so di essere stato accanto a uno che si è malato, forse io per primo vorrò essere protetto.

L'OBIETTIVO
Il Piano presentato dalla dottoressa Francesca Russo, responsabile del Dipartimento Prevenzione della Regione del Veneto, è mutuato da alcune esperienze internazionali e, ha detto Zaia, «ha un approccio innovativo e per certi versi sperimentale».

L'idea di fondo è duplice: specie ora che ci sono pochi contagi (ieri sono stati scoperti 97 positivi facendo 25.176 tamponi, 0,38%) è possibile intensificare il contact tracing. Ossia: trovo un contagiato di variante Delta? Faccio i test a tutti i suoi familiari, amici, colleghi di lavoro. Dopodiché offro agli stessi familiari, amici e colleghi di lavoro la possibilità di vaccinarsi. Il piano della Russo è di vaccinare le persone dell'ambiente frequentato dalla persona contagiata - scuola, lavoro, associazioni, eccetera - e anche l'ambiente fisico. Ad esempio: la persona positiva vive in un condominio? L'Ulss offrirà la vaccinazione a tutti gli inquilini di quel condominio, andando direttamente sul posto con siringhe e dosi.

LE CONVOCAZIONI
Nelle aree dove sarà trovata la variante Delta, ci sarà la chiamata attiva degli over 60 e dei soggetti vulnerabili. Per questi ultimi, come evidenziato dall'Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sono cambiate le regole: chi era stato contagiato doveva fare dopo 3-6 mesi solo una dose di siero, adesso sono consigliate due dosi. Ancora: nelle aree dove si troverà un contagio, la seconda dose di vaccino sarà fatta con l'intervallo più breve, cioè 21 giorni per Pfizer e 28 per Moderna anziché 35, mentre AstraZeneca si attenderanno le 4 settimane.

QUATTRO NUOVI CASI
Tutto questo varrà solo per la variante Delta, di cui in Veneto erano stati accertati 27 casi, saliti ieri a 31: quattro ragazze appena tornate da Barcellona sono risultate infatti positive. Le giovani, residenti a Padova, si erano concesse una vacanza al mare nella città catalana dal 21 al 28 giugno, dopo qualche giorno una di loro ha iniziato a mostrare i sintomi tipici dell'infezione e i tamponi hanno dato esito positivo. Nessuna delle giovani era vaccinata. Intanto restano sotto controllo altri quattro casi di rientro da Madrid e Barcellona. L'Ulss 6 Euganea ha raccomandato: «I rientri dall'estero devono essere segnalati».

LO STUDIO
Che la vaccinazione non protegga al 100 per cento è noto, ma con il siero si evitano ospedalizzazioni e morti. Zaia ha ricordato, ad esempio, il caso del bambino contagiato in un campeggio di Sottomarina: anche la madre, vaccinata con le due dosi di Moderna, è risultata positiva, ma asintomatica, neanche un raffreddore. L'ultimo aggiornamento sulla copertura vaccinale è arrivato da uno studio segnalato dal ministero della Salute israeliano: contro la variante Delta il vaccino Pfizer-Biontech ha diminuito la sua efficacia del 30% - un dato diverso rispetto a quelli trasmessi a giugno, che indicavano una diminuzione entro il 10% - ma continua a proteggere contro ospedalizzazioni e morti.

TAMPONI
Per accertare le varianti, in Veneto tutti i tamponi che risultano positivi vengono mandati all'Istituto Zooprofilattico e alle microbiologie delle Ulss - finora Venezia, Padova, Vicenza, a seguire Treviso e le altre - che si sono attrezzate per eseguire la sequenziazione. Quindi l'iter è: 1) aumentare i tamponi (ieri si è superata complessivamente la soglia degli 11 milioni) convincendo i veneti a sottoporsi volontariamente al test anche se non hanno sintomi. In tal senso oggi verrà emanata una circolare alle Ulss perché nei centri vaccinali, a chi si presenta per la prima dose, venga offerto anche il tampone. «Ma chiunque - ha ribadito Zaia - può presentarsi nei Covid Point per sottoporsi al tampone. Ne stiamo già facendo tanti, come se fossimo in zona arancione, vogliamo arrivare al quantitativo indicato per le zone rosse». 2) Fatti i tamponi, quelli positivi vengono sequenziati. 3) Se si trova la variante Delta scatta il nuovo Piano di sanità pubblica con contact tracing e offerta del vaccino a tutti quelli che vivono, lavorano ma anche abitano nella stessa zona del contagiato. «Vogliamo circoscrivere e creare un'area di protezione vaccinale», ha detto la dottoressa Russo.
 

Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA