Vaiolo delle scimmie, ecco il secondo caso. L'Ulss: «Bassa diffusione, occhio ai contatti intimi»

Il tracciamento dei contatti del giovane medico contagiato per primo hanno rivelato l'infezione in un altro paziente. I sanitari escludono allarmismi

Mercoledì 8 Giugno 2022 di Elisa Fais
Vaiolo delle scimmie, secondo caso nel Padovano

PADOVA - Secondo paziente colpito da vaiolo delle scimmie in provincia di Padova. È emerso a seguito del tracciamento dei contatti del giovane medico su cui era stato riscontrato il primo caso. Oggi l'Ulss darà nuovi dettagli e intanto rassicura: «Non c'è alcun allarme, i contatti stretti si contano sulle dita di una mano. Per loro non è prevista quarantena, ma autosorveglianza per 21 giorni.

E' sufficiente che si misurino la febbre ogni 12 ore e che verifichino l'eventuale presenza di pustole sulla pelle». A parlare è Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di Prevenzione. In questo momento, dunque, non c'è il rischio che il virus Monkeypox Mpx si diffonda in maniera incontrollata.

IL CASO
Il primo caso di contagio riguarda un medico specializzando di 25 anni, ricoverato da lunedì pomeriggio all'Azienda Ospedale - Università di Padova. Ieri, nel tardo pomeriggio, il giovane è stato dimesso dal reparto di Malattie Infettive, visto il miglioramento delle sue condizioni. Secondo l'ospedale padovano «viene considerata estremamente bassa la possibilità di diffusione della malattia fra la popolazione. I pochi casi riscontrati finora in ambito nazionale sono da leggersi quindi come fenomeni isolati».

IL CONTACT TRACING
Il Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss sta tracciando tutti i contatti stretti avuti dal paziente. «Lunedì, attorno alle cinque del pomeriggio, dopo che l'Azienda ospedaliera ci ha segnalato la presenza del paziente contagiato in reparto, lo abbiamo raggiunto al telefono - racconta il dottor Sbrogiò -. Aveva la febbre, ma comunque ha saputo darci indicazioni. Lo abbiamo poi richiamato la mattina successiva per ulteriori verifiche. Ora stiamo procedendo a contattare i vari nominativi».
Pare che il giovane medico abbia contratto il virus dopo essere entrato in contatto con una persona in arrivo dalla Spagna. Presenta sintomi accentuati, tra cui le tipiche lesioni cutanee, ma non è mai stato in pericolo di vita. E' in cura con farmaci antivirali specifici.

«Il virus non si trasmette facilmente precisa Sbrogiò . La trasmissione avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati come lenzuola, vestiti o posate. Oppure il contatto prolungato faccia a faccia, attraverso droplets respiratori. I dati finora disponibili e la natura delle lesioni suggeriscono che la trasmissione avvenga per lo più durante rapporti intimi. Il consiglio? Utilizzare precauzioni e condotte sessuali prudenti: un principio che vale per tutte le malattie a trasmissione sessuale».
Sono maggiormente a rischio i giovani, infatti sembra che la vaccinazione anti vaiolo (abolita nel 1981 in Italia) protegga anche da questa infezione.

L'ESPERTO
La diagnosi avviene attraverso il campione prelevato da un tampone faringeo e da un tampone passato sulle lesioni cutanee. Il sequenziamento del primo caso di vaiolo delle scimmie è stato portato a termine dalla biologa Elisa Franchin della Microbiologia dell'Azienda ospedliera.
«Il primo cluster al di fuori dell'Africa è stato registrato negli Stati Uniti e ha coinvolto circa 35 soggetti, non è stato segnalato nessun decesso - precisa il professor Vincenzo Baldo, epidemiologo -. I sintomi si sono risolti nell'arco di due o quattro settimane. Adesso siamo in presenza di una diffusione abbastanza globale perché andiamo dall'Australia al Nord America, compresa l'Europa. Molti casi sono in Spagna e Gran Bretagna».
E continua: «E' una malattia infettiva che parte dalle scimmie, perché i primi isolamenti sono avvenuti in questa specie animale. Come sappiamo, poi, la trasmissione può saltare anche all'uomo. Il contagio avviene fondamentalmente per contatti molto stretti. Sono più a rischio i contatti intimi». Per il momento non si parla di pandemia. «I numeri sono limitati, al momento il tasso di contagio è sotto l'1, significa che ogni infetto arriva a contagiare solo un altro soggetto e quindi l'epidemia si riproduce ma rimane costante», conclude Baldo.

 

Ultimo aggiornamento: 12:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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