Maddalena, infermiera di Arre: «Vaccinata a Londra, mi sono commossa»

Sabato 12 Dicembre 2020 di Nicola Benvenuti
Maddalena, infermiera di Arre: «Vaccinata a Londra, mi sono commossa»

ARRE (PADOVA) Mentre in Italia è scattato il conto alla rovescia per la campagna di vaccinazione e gli ospedali attendono con ansia l'arrivo delle prime dosi, in Inghilterra ci sono già i primi veneti che hanno potuto somministrarselo. La trentenne Maddalena Mazzetto di Arre, piccolo paese della Bassa Padovana lasciato per inseguire il proprio sogno oltremanica, ha ancora la voce colma di emozione. «Sono un'infermiera, vivo e lavoro in Inghilterra dal 2014 - racconta - Inizialmente ho lavorato per due anni in un piccolo paese vicino a Manchester, poi mi sono spostata a Londra».

Nella capitale dal 2017, lavora al reparto di Terapia in terapia intensiva al King's College Hospital. Proprio qui pochi giorni fa ha potuto fare il vaccino. «Dieci secondi di pura commozione - sorride - e poi la netta sensazione che finalmente ci sia la luce in fondo al tunnel». 


L'OSPEDALE

«Il mio ospedale - sospira Maddalena - è stato uno dei più colpiti all'inizio della pandemia. Abbiamo dovuto aumentare i posti letto, riassegnare il personale ospedaliero per aiutare le terapie intensive, esattamente come è successo in moltissime strutture italiane. Sono stati mesi difficili, a livello fisico e mentale. Abbiamo respirato, se così si può dire perché lavorando in un Centro-traumi non è mai veramente tranquilla la situazione, quest'estate e fino ad ottobre. Ma nelle ultime settimane i casi stanno crescendo e abbiamo ricominciato ad avere un numero importante di pazienti Covid». Con una nuova crescita dei contagi dunque, il vaccino è sembrato davvero provvidenziale: «Quando ho saputo dell'approvazione del vaccino e che l'Inghilterra sarebbe stata una delle prime nazioni a somministrarlo, ho provato un grande sollievo», confessa Maddalena che ripercorre i dettagli della campagna. «Dopo un paio di giorni già erano arrivate mail da parte dei miei superiori che spiegavano il piano d'azione per la somministrazione nel nostro ospedale. Io ero sicura che il King's Hospital avrebbe fatto parte degli ospedali scelti per iniziare le prime somministrazioni, era solo da capire quando avrebbero iniziato a vaccinare lo staff. Dapprima sono stati sottoposti a vaccinazione gli over 80, poi nei giorni successivi hanno dato la possibilità allo staff di area critica (pronto soccorso, terapie intensive), in via del tutto volontaria di avere la prima dose del vaccino in quanto c'erano scorte ancora a disposizione». 


LA SCELTA

Proprio in quei giorni l'infermiera padovana ha scelto di farsi vaccinare: «Personalmente non ci ho pensato due volte e ho aderito subito, l'unica cosa da fare era compilare un modulo online e presentarsi in ospedale. E così giovedì 10 dicembre a mezzogiorno ero vaccinata al 50%, in quanto la formula è di due dosi e dovrò tornare a gennaio per completare la vaccinazione. L'affluenza da parte dello staff è stata altissima ed erano tutti emozionati all'idea di questa opportunità». 


LO STATO D'ANIMO

Un momento forte dal punto di vista emotivo, quello della vaccinazione, come conferma lei stessa: «Quando mi sono seduta di fronte alla collega, ho avuto dieci secondi di commozione. Dopo tutto quello che abbiamo passato in questi mesi, la paura, la frustrazione, le crisi di panico, ora finalmente cominciamo a vedere una luce alla fine del tunnel. Pensare al lavoro che ha fatto la scienza in questi mesi, per arrivare ad un vaccino in così poco tempo, è a parer mio sensazionale. Non potrei esserne più orgogliosa». E da neo vaccinata, Maddalena conclude con un appello agli italiani: «Come operatore sanitario l'unico consiglio che posso dare è uno solo: appena sarà disponibile in Italia, fatelo. Lasciate perdere i complotti e abbiate fiducia nella scienza».


LA CARRIERA

Maddalena, intanto, ha avuto anche l'opportunità di fare carriera. «A luglio sono diventata Team Leader nel mio reparto - spiega -, una posizione che non ha un esatto corrispettivo in italiano in quanto non è una posizione che in Italia esiste. Supporto i colleghi più giovani nell'assistenza al paziente e aiuta la gestione del reparto. In Inghilterra gli infermieri hanno possibilità di carriera diverse da come le abbiamo in Italia, dopo un certo numero di anni e di esperienza fatta, si può avanzare di grado passando a fasce superiori di stipendio». Maddalena, partita da Arre per arrivare a fare carriera a Londra, termina l'intervista e torna al proprio reparto in prima linea. Con un vaccino in più, per cancellare mesi di paura. 

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 15:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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