Vaccini. «Il Covid uccise mia madre, la prima dottoressa veneta a morire per il virus, immunizzarsi salva la vita»

Venerdì 3 Dicembre 2021
Vaccini. «Il Covid uccise mia madre, la prima dottoressa veneta a morire per il virus, immunizzarsi salva la vita»
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PADOVA - «Mia madre è stata la prima vittima del Covid tra i medici di famiglia del Veneto, se ci fosse stato il vaccino magari sarebbe ancora qui». Il ricordo riaffiora nel giorno della somministrazione della terza dose per Rafi El Mazloum, 36 anni, medico legale che lavora anche nel Padovano. Nell'aprile 2020 l'ombra della pandemia ha portato via la dottoressa Samar Sinjab, 62 anni, che esercitava a Mira e nonostante avesse importanti fattori di rischio ha continuato ad assistere i suoi pazienti con dedizione fino ai primi giorni di marzo.

Il figlio Rafi, che ieri ha ricevuto la dose booster, ora si appella alla popolazione per far riflettere sull'importanza della prevenzione nella lotta al Covid. C'è anche lui tra i tanti giovani che, in questi giorni, si stanno vaccinando per rafforzare lo scudo dell'immunizzazione.


Dal 1° dicembre, infatti, è scattato il via libera alla terza dose alle persone con più di 18 anni. «Prevenire è meglio che curare ammette il dottor El Mazloum. Il vaccino funziona, lo dicono i dati, è l'arma più importante in questo momento anche perché non abbiamo ancora una terapia per sconfiggere il Covid. Ora il contagio sta risalendo, ma ci confrontiamo comunque con numeri più bassi rispetto quelli dello scorso anno. Nonostante sia arrivata la quarta ondata, la vita che conducevamo l'anno scorso è completamente diversa da oggi. La differenza sta nella vaccinazione».


È felice di aver ricevuto la terza dose anche Massimiliano Forese, 18 anni. «Non vedo l'ora di uscire con i miei amici, viaggiare e tornare a una vita normale dichiara. Questo periodo per me e i miei coetanei è stato difficile da affrontare. Sono anni in cui hai bisogno di fare esperienze, conoscere persone nuove, maturare sotto tanti punti di vista. Scontrarsi con le limitazioni è molto pesante, però lo si fa per il bene della comunità. Non c'è motivo di non vaccinarsi». Massimiliano studia Ingegneria all'Università di Padova. «Ai miei coetanei consiglio di vaccinarsi spiega siamo tutti più sicuri così, anche con la ripresa delle lezioni in presenza. Io non ho avuto problemi né con la prima, né con la seconda dose. Al massimo un po' di male al braccio».


Ha prenotato subito il proprio turno con la dose booster anche Fatlum Rruga, 30 anni, ricercatore nel campo delle terapie oncologiche. «È importante essere coperti dalla vaccinazione precisa. È stato dimostrato che l'efficacia dei vaccini cala col passare del tempo e che la terza dose abbatte nettamente il rischio di malattia grave. Fare il richiamo nel momento giusto, quindi allo scadere dei cinque mesi dal completamento del ciclo primario, può aiutarci a rinvigorire la risposta immunitaria e proteggerci meglio, oltre ad accelerare la campagna vaccinale. Credo che tutti dovrebbero avere più fiducia della scienza». E, per quanto riguarda il rischio di nuove varianti, aggiunge: «Ora è prevalente la Delta, ma con l'arrivo dell'inverno e gli spostamenti delle persone durante le festività, è possibile che arrivino anche qui varianti nuove. Per cui è nostro dovere proteggerci per tutelare il prossimo».


Si è vaccinato con terza dose anche Mattia Lorenzoni, 30 anni, commesso in un negozio della grande distribuzione. «Appena ho potuto, ho fissato l'appuntamento per la dose booster ammette. Per me è molto importante perché sono quotidianamente a contatto con le persone. Nonostante si usino tutte le precauzioni del caso, un certo grado di rischio c'è sempre. Non nascondo di aver avuto un po' di timori nei periodi peggiori della pandemia. Con la vaccinazione è cambiato molto, l'approccio alla vita è diverso. Dovremmo pensarla tutti così».
E.Fa.

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